Piemonte | Storia | |||||||
Il territorio corrispondente all'attuale Piemonte era anticamente abitato da popolazioni celtiche e liguri. Tranne che per alcune zone alpine, la regione fu conquistata dai Romani, negli anni successivi alla discesa di Annibale, e con il riordinamento augusteo dell'Italia, il Piemonte fu compreso in parte nella XI regione, la Transpadana, e parte nella IX, la Liguria. Invaso dagli Ostrogoti e dai Borgognoni (secc. V-VI), fu completamente distrutto, e fu solo dopo la restaurazione bizantina, con l'invasione longobarda, che si ebbe una prima sistemazione della regione che prese il nome di Neustria. L'eccessiva potenza dei duchi della Neustria, e specie di quello di Torino, però indussero i re longobardi a sostituirli. Tra la lotta delle investiture (XI sec.), in cui la stessa contea fece da intermediaria tra papato e Impero, e le lotte antisveve (XII-XIII sec.), il Piemonte passò da una struttura integralmente feudale e monastica alla nascita dei comuni, sollecitati dall'incremento demografico, commerciale e agricolo. Asti (il più potente Comune nella regione, noto per le sue imponenti attività bancarie), Chieri, Ivrea, Novara, Torino, Tortona (XI sec.), Cuneo, Mondovì, Vercelli, Alba (XII sec.); Savigliano (XIII sec.), ecc. Contro molte di queste città si allearono le forze feudali, come il Monferrato, e l'imperatore Federico I Barbarossa finché si arrivò alla pace di Costanza (1183), ed al riconoscimento dell'autonomia delle città. L'eterna lotta tra Asti ed i marchesi del Monferrato, portò alcuni comuni (Cuneo, Busca, Fossano, Savigliano, Mondovì, Cherasco, Alba, Alessandria, Tortona, Chieri, Bra), nella seconda metà del XIII sec., ad allearsi con il re Carlo I d'Angiò, dando il via al dominio angioino nella regione. Questo dominio durò fino al XIV sec. e fu abbattuto solo con l'allargarsi dell'influenza della famiglia Visconti, che tra il XIV e il XV sec. tenne più o meno continuativamente Alessandria, Vercelli, Tortona, Bra, Alba, Novara, Asti. I Savoia, tra il XIII e il XV sec., estesero i loro possessi su una vasta sezione del Piemonte, e Amedeo VIII (1391-1434), avuto il titolo di duca di Savoia (1416) e di principe di Piemonte (1418), avviò l'unificazione politica e amministrativa dei possessi della famiglia. Il Piemonte rimase però aperto ai vari influssi francesi, del marchesato di Saluzzo e di Asti, dove alla dominazione subentrò quella degli Orléans. La spedizione di Carlo VIII (1494-1495), a cui i principi piemontesi lasciarono libero transito, avviò un periodo di dipendenza straniera che culminò, durante le guerre franco-absburgiche, nella spartizione del Piemonte tra Francia e Spagna (1536-1559). Col trattato di Cateau-Cambrésis (1559) vennero ricostituiti i domini sabaudi sotto il duca Emanuele Filiberto (1553-1580) e il marchesato del Monferrato, mentre alla Francia restarono Saluzzo, Torino, Chieri, Pinerolo, Chivasso, Asti, e alla Spagna Vercelli. Il Piemonte, ridotto nella seconda metà del XVII sec. a semi-vassallaggio dal re Luigi XIV, si risollevò durante le guerre di successione. Il Piemonte si aprì maggiormente alla civiltà europea solo con l'annessione alla Francia (1798) e poi con la partecipazione al Risorgimento. |
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