Approfondimenti
Torino è considerata città magica in tutto il mondo, in virtù di vari fattori, che come abbiamo già letto nel precedente articolo di Lisert sono, il suo orientamento particolare, per questo sarebbe uno dei vertici dei tre triangoli, della magia bianca, ma anche quello della magia nera, che è costruita sul 45° parallelo, e che sorge all’incrocio tra due fiumi, il Po e la Dora Riparia.(piccola curiosità il nome Dora, deriva dal fatto che una volta vi si trovava dell’oro).

Quello che si può aggiungere, è che si possono trovare delle sculture simboliche (rosoni, draghi, mascheroni, cani, leoni) collocate in vari punti della città, che, l'incrocio di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, sarebbe punto d'incontro di diverse linee sincroniche (ovvero del reticolo molto irregolare di linee o canali energetici percepiti dagli esoteristi che avvolgerebbero il pianeta di cui la scienza non sa dare spiegazioni ma che già anticamente i cinesi chiamavano "schiena del drago") che trova in Torino un luogo geografico come pochi altri simili al mondo.
Si attribuisce a Torino un’ascendenza egizia rafforzata al ritrovamento nel corso dei lavori di sterro per la costruzione della cittadella fortificata di una lapide con iscrizione dedicata alla Dea Egizia Iside in cui si ricordano i miti di Fetonte e del Principe egizio Eridano (considerato questo un semidio fratello d’Osiride).
Questo principe egizio dopo aver lasciato la terra di origine per motivi di intolleranza religiosa con la casta sacerdotale sarebbe sbarcato con i suoi seguaci in una zona a nord conquistandola e dando a questa il nome di Liguria da quello di suo figlio Ligurio.
Successivamente proseguiva verso l'interno e varcati gli Appennini trovava un'ampia pianura (presumibilmente su un insediamento celtico esistente) in prossimità del fiume Po che gli ricordava il Nilo e fondava Torino.
Era il secolo XV a.C. per cui la città sarebbe stata fondata molti secoli prima di Roma. Torino cominciò quindi ad esistere sotto il simbolo del Dio Api e il Toro venerato a Menfi fu anche il primo Toro di Torino.
Nel corso dei secoli la città ebbe inevitabilmente grandissime trasformazioni, ma la sua caratteristica magica rimase.
Nelle Torri Palatine di Torino avrebbero soggiornato sulla strada dell'esilio Ovidio e Ponzio Pilato; sempre a Torino soggiornarono: Paracelso, Cagliostro, Casanova, Nostradamus e molti altri.
Altri punti di interesse sono la zona di Piazza Castello, piazza Reale e Giardini Reali con le due statue poste all'ingresso della piazza Reale che rappresentano due divinità greche a cavallo: i Dioscuri Castore e Polluce.
Gli eroi mitologici greci fratelli gemelli, figli di Zeus (Dio Giove), simbolicamente rappresenterebbero la luce e le tenebre, i poli opposti che permetterebbero al mondo di esistere e che fanno si che ci sia la vita perché c'è la morte.

All’ interno di Palazzo Reale vi è una delle più importanti opere del famoso architetto siciliano Juvarra, è la "Scala delle Forbici" che collega il primo con il secondo piano. 
È una scala a quattro rampe che presenta una struttura “a tenaglia”; dopo la prima rampa, se ne dipartono due laterali, per poi ritornare ad un unica rampa centrale che raggiunge il piano superiore.
Fu una geniale intuizione dell’architetto messinese realizzare una imponente scala in poco spazio.
Un aneddoto su questa scala racconta che Juvarra era giunto da poco a Torino e quando gli altri architetti di corte videro i disegni della scala a rampe sdoppiate ne previdero il crollo quando fossero state tolte le impalcature.
La scala non crollò e molti torinesi sostengono che le forbici su essa rappresentate tagliarono la linguaccia dei detrattori (simbolismo?) del grande architetto.
Un altra curiosità sulle scale dei palazzi Savoia, e che i gradini, sono sempre di atezza e profondità diversa, questo perché in caso di una eventuale irruzione da parte nemica, gli invasori, non sarebbero riusciti a fare le scale di corsa e quindi i padroni di casa avrebbero guadagnato minuti preziosi per un' eventuale fuga.
Sotto una Torino moderna e frenetica ce n'è una sotterranea, un reticolo di chilometri di gallerie che un tempo pulsavano come arterie vive della città, rifugi di guerra, di carestia o in caso di pericolo.
Dalla cripta della SS. Annunziata e dai sotterranei di Palazzo Madama si accedeva anche alle Grotte Alchemiche, eccezionali luoghi di potere, all'incrocio di importanti linee telluriche e geomantiche, particolarissime per importanza ed energia.
Ma, come se non bastasse, Apollonio di Tyana, grande mago ed iniziato contemporaneo di Cristo, durante i suoi viaggi (nel 93 d.C. circa) depositò in un luogo segretissimo e inespugnabile (nella terza Grotta Alchemica) un potentissimo talismano.
Infatti Apollonio conosceva l'arte occulta di preparare talismani, cioè di imprigionare negli oggetti influenze spirituali, in modo che al momento giusto entrassero in attività, irradiando il loro immenso potere.
Un altro di questi ordigni energetici a orologeria sarebbe sepolto nella rupe di Cracovia in Polonia e sarebbe divenuto attivo nel 1935.
I Savoia conoscevano bene i misteri della loro città e accoglievano alla loro corte maghi e alchimisti celebri.
Lo stesso Emanuele Filiberto aveva un laboratorio alchemico nei sotterranei di Palazzo Madama, da cui aveva anche accesso alle Grotte Alchemiche, meta di personaggi del calibro di Nostradamus, Paracelso, Cagliostro e il Conte di Saint Germain.
Secondo gli studiosi di esoterismo, il Tempio Segreto e le Grotte Alchemiche esisterebbe ancora oggi e si estenderebbero sotto l'attuale pianta della città di Torino, dove ben nascosti ingressi e passaggi segreti ne consentirebbero tutt'ora l'accesso.
Il Papa Giovanni Paolo II durante una sua visita ebbe a dire: "Torino è una città di Santi e di Luce, quindi dove c'è la luce occhieggia anche il demonio".

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