Marostica
Vicenza |
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Storia
È una città ricca di storia soprattutto militare. Dalla sua terra affiorano ancora vestigia di primitive stazioni preistoriche, palesi embrioni di nuclei sociali. Ma la sua vita inizia con l'occupazione romana del territorio dei Celti e degli Euganei, autoctoni in quel tempo. Secondo la consuetudine, i romani consolidarono il loro possesso attraverso una serie di "castelli". Quasi tutti i "castella" scomparvero col fluire del tempo, con l'allargarsi dell'espansione latina che ne esauriva l'utilità. Marostica sopravvisse. Anche il nome per quanto di derivazione discussa, ricorda la sua origine romana e militare. Alcuni vogliono che si riferisca alla tradizione di Mario (Marius stetis Marii ostium Marii hosticum) altri ritengono più esatta la derivazione fra il vocabolo celtico "mar" (sopra) e il romano "hosticum" (accampamento o accampamento di sopra). Tutti sono concordi nel ricavare dal nome un significato militare. Che fosse posta Marostica in luogo strategicamente importante, lo si può giudicare dal fatto che fino ad oggi siano arrivate le sue fortificazioni murate, scrupolosamente e sollecitamente ricostruite se non ampliate dai vari conquistatori della città. Non si rinunciò ad esse nemmeno in periodi abbastanza lunghi, in cui la pace regnò nel paese. Oltre che al tempo di Roma, la fortificazione di Marostica riprese ad acquistare importanza nel medioevo. Per un periodo di parecchi secoli, diversi "signori" si contesero la terra lombardo-veneta, accarezzando mire più vaste del possesso di una o più città, e gli imperatori tedeschi quali depositari di quell'entità politica denominata Sacro Romano Impero, appoggiando or l'uno or l'altro dei feudatari, calavano con agguerriti eserciti in queste ubertose pianure al fine di consolidare o riprendere i loro poteri. Così Marostica fu attrice e spettatrice di sanguinose battaglie. Già nel '500 vide in lizza Ostrogoti e Bizantini. Vide i Franchi di Teodeberto di Metz, il dominio carolingio e le guerre fra re Berengario e Guido di Spoleto appoggiato dagli Ungari. Fin tanto che nel 1036, al seguito dell'imperatore Corrado II il Salico, venne in Italia Eccello, capostipite della famiglia degli Ezzelini, detti da Romano per un diritto feudale, che tanta parte ebbero nella storia del Veneto e di Marostica in particolare. Gli Ezzelini dominarono infatti per molti anni la vita di Marostica. Alla morte di Ezzelino da Romano, avvenuta nel 1259, Marostica subì diverse dominazioni: fu dei Vicentini, dei Carraresi, degli Scaligeri (1311), poi dei Visconti (1386). La "Rocca" (o "Castello superiore") sul monte Pausolino (metri 256) è collegata con una cerchia di mura al Castello da Basso (metri 102). Le "Rocca" è un'importante fortezza concepita come unità a sé stante, con 2 cortili e 2 pozzi. Era Abitazione del Castellano e sede di guarnigione. Certo riattata dagli Ezzelini, fu ampliata alla forma attuale da Can Grande della Scala. In qualche struttura sono evidenti le costruzioni successive; la porta all'attacco di levante delle mura fu evidentemente costruita con queste. Il "Castello da Basso" è un quadrilatero di circa m. 40 di lato, con loggiati sul cortile, pozzo e mastio potente. Fu costruita da Can Grande subito dopo l'occupazione scaligera. Dopo la rovina della "Rocca" vi risiedettero i Podestà Veneti. Vari adattamenti vennero allora effettuati, perché in origine doveva solo essere sede di un forte presidio. Manomissioni gravissime e inconsulte avvennero sotto la dominazione austriaca. Venne ripristinato nel 1935 a cura della Sopraintendenza di Venezia con il consolidamento della "Rocca" e delle "Mura". La cerchia delle mura si sviluppa per quasi 2 chilometri, queste sono spesse, alla base, circa 2 metri ed alte circa 10. Oltre ai grandi torrioni (di Porta Bassano e Porta Breganze) si contano altre 20 torriccelle, aperte dal lato interno, alcune delle quali ridotte ad abitazione. La costruzione attuale è stata iniziata sotto Cansignorio il 1 marzo del 1372, dopo che negli anni precedenti era stata scavata la fossa: ne dà notizia il contemporaneo Conforto da Custoza. I lavori furono condotti con grande celerità. Non è però provato che gli Scaligeri abbiano condotto a termine l'opera, o se questa sia proseguita sotto i Visconti e ultimata dai Veneziani. Le tre porte di pianura vennero certo costruite subito: i catenacci infatti portano ancora incisa la "scala". Le due porte opposte limitano il principale asse stradale interno che segue l'andamento del lato inferiore delle mura. Da questa strada se ne staccano altre 4 di secondaria importanza, parallele tra loro e con i corrispondenti lati delle mura, che conducono nei pittoreschi isolati interni. La porta prossima al Castello dà sulla piazza maggiore cinta da edifici porticati e dal merlato palazzo municipale sovrastato dal massiccio torrione, che definiscono l'originale forma quadrangolare della sua pianta, la quale con i due lati più lunghi leggermente inclinati rispetto all'asse mediano crea un suggestivo effetto scenografico. La muratura della "cittadella" è ad opera incerta mista con l'impiego di ciottoli e laterizio, regolarizzata da doppio corso in cotto alla distanza di circa m. 1,50. Le mura sono con merlature a coda di rondine, scandite da torri quadrangolari aperte all'interno e coperte da volta a botte. |
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