Cittadella
Padova |
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Cittadella nel Medioevo
Cittadella, borgo medievale, conobbe il suo momento di maggiore gloria proprio nel Medioevo. La cittadina nacque da un progetto militare di Padova città, che nel 1220 ne promosse la fondazione con finalità evidentemente militari, per tutelare la parte più settentrionale del suo territorio contro il comune di Treviso, che poteva contare sulla struttura fortificata di Castelfranco. Altri obbiettivi che Padova si poneva con questa fondazione furono: mantenere i privilegi di imporre magistrati, lavori e servizi collettivi alle comunità rurali, erigere castelli, imporre dazi e balzelli sui commerci e sulla produzione artigianale, amministrare con propri tribunali la giustizia, reclutare servitù ed eserciti privati di masnadieri. Tuttavia l'ambiente rurale in cui si inserì questa fondazione aveva avuto una lunga frequentazione da parte dell'uomo fin dall'età antica. Infatti Cittadella è situata ai confini meridionali di un ampio agro centuriato che occupa tutto il pedemonte bassanese e la sinistra del fiume Brenta fin pressappoco all'altezza della zona umida e ricca di fontanili che attraversa in senso longitudinale la pianura veneto - friulana e che dà origine a vari corsi d'acqua minori. In questo lembo del Veneto era funzionante ancora intorno al Mille un cospicuo tratto della via Postumia, la grande arteria stradale romana che percorreva la Valpadana dalla Liguria al Friuli. La vicinanza del Brenta e dunque una convergente struttura millenaria e altrettanto vitale come la Postumia furono determinanti per la scelta del luogo adatto alla nuova fondazione. Attorno all'anno mille la campagna era scarsamente popolata e priva di grossi nodi di riferimento con la presenza di alcune grandi aziende curtensi e località con elementari forme di vita accentrata quali: Onara, Lovari, Galliera e Tombolo. Quanto all'organizzazione religiosa il territorio di Cittadella era sotto la giurisdizione della pieve battesimale di San Donato e almeno fino al 1376 gli abitanti di Cittadella continuarono a celebrare le principali attività liturgiche in San Donato. Fra il Trecento e il Quattrocento Cittadella divenne capoluogo del territorio padovano. Due podestà furono nominati dal principe, scelti all'interno dell'oligarchia padovana e inviati a Cittadella con il compito di rappresentare il governo e di regolare un po' tutta la vita politica con la collaborazione delle istituzioni comunali locali. Erano sostituiti in caso di assenza da un vicario e portavano con sé un piccolo staff di ufficiali. Un'intensa vita comunitaria aveva insegnato a strutturare assemblee e magistrature di pubblica utilità in forme il più possibile rispondenti alle esigenze della vita quotidiana. Nel 1236 Padova concesse alla cittadina di dotarsi di propri Statuti. In un secolo "difficile" quale fu il Trecento sembra che il borgo nuovo di cittadella si sia difeso piuttosto bene. In un ambiente privo di grandi squilibri sociali ed economici ebbe modo nondimeno di formarsi una élite di possidenti, di artigiani e di professionisti. La tradizionale base economica dell'agricoltura e dell'allevamento si integrò frequentemente con disparate attività produttive e nuove fonti di guadagno, tra cui si segnala l'arte della lana, il commercio e la lavorazione del legname, la fabbricazione di cuoi e pellicce. All'interno dello spazio murato si produssero nel basso Medioevo modificazioni corrispondenti ad un tenore e a un stile di vita semiurbano. Si bandirono via via costruzioni di paglia e di legname, per sostituire con edifici in muratura, più decorosi e igienici, oltre che meno infiammabili. Si migliorò il manto e la larghezza delle strade publice e si approntò un buon sistema di smaltimento delle acque con condutture sotterranee. Si qualificò l'aspetto della piazza centrale, con la loggia e la chiesa che costituivano uno dei fondamentali luoghi di ritrovo pubblico. Un forte impulso ebbe, già prima della fine del Trecento, l'urbanizzazione dei borghi esterni alle porte, con la costruzione di nuove chiese ed abitazioni private. Per quanto riguarda le mura, sappiamo che un apposito amministratore, o massaro, del comune doveva liquidare al podestà le consistenti spese ordinarie. Anche dopo la guerra di Cambrai, che procurò la devastazione dei borghi, una vistosa breccia nella cortina muraria e il rinnovarsi di interventi fortificatori, non mancarono, com'è noto, nella secolare vicenda di Cittadella manomissioni, alterazioni e ricostruzioni del vetusto apparato medioevale. Cittadella seguì tutta la parabola emblematica e feroce di Ezzelino III da Romano, signorotto dispotico e per lunghi anni vincente in tutto il veneto centrale. All'interno della cinta muraria, presso Porta Padova si trova ancora la Torre di Malta, fatta da lui erigere 1251. Nel XIV secolo Cittadella ritornò sotto dominio dei Carrarresi. Conobbe una serie di vicissitudini quali: l'assedio da parte di Cangrande della Scala, due visite importanti: quella di Ludovico re d'Ungheria (1374) e dell'imperatore Carlo VIII (1354). Fu occupata da Gian Galeazzo Visconti nel 1389. |
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