Denominata dai francesi Gros Ouvrage (Grossa Opera) du Saint Gobain, ubicata all'interno di un rilievo a Nord-Est della città di Modane (Savoia) l'opera, con il fuoco delle sue armi, aveva il compito di interdire, in concorso con le altre opere della zona, a forze avversarie (Italiane) la Valle del fiume Arc a monte di Modane, la Route Nazionale N.6 (RN 6) proveniente dal Moncenisio e contemporaneamente tenere sotto controllo l'uscita della galleria ferroviaria del Frejus in località Saint Antoine.
L'opera era stata così denominata perchè nei suoi pressi, a fianco del fiume Arc, era attiva una fabbrica del celebre gruppo Saint Gobain.
Costruita fra il 1933 e il 1939, si sviluppava internamente alla montagna, con un dedalo di gallerie e locali per una superficie sotterranea di oltre 2000 m2, a livelli di quota differenti che variavano dai 1110 m. del Blocco 2 (il più alto) ai 1085 del Blocco 4 (il più basso).
I quattro Blocchi (B1-B2-B3-B4) destinati ad ospitare l'armamento, il Blocco d'ingresso, denominato E.M.H (Entrée Munitions et Hommes - Entrata Munizioni e Uomini) ed il Blocco B5 (l'unico non armato) destinato all'evacuazione dei fumi prodotti dalla cucina e dai motori del gruppo elettrogeno avevano la parte esterna (quella che nelle Opere Italiane è denominata malloppo) costruita in calcestruzzo.
Il presidio dell'Opera era costituito da 5 Ufficiali e 149 fra sottufficiali e truppa per un totale di 154 uomini. Erano presenti tre specialità dell'Armée e precisamente il Genio per il funzionamento degli impianti dei gruppi elettrogeni, di ventilazione, di riscaldamento ecc. l'Artiglieria per il servizio ai pezzi e le Trasmissioni per tutto ciò che era inerente alle comunicazioni. L'autonomia operativa dell'Opera senza rifornimenti esterni era di circa novanta giorni.
Blocco E.M.H.
Protetto da un fosso diamante sul lato anteriore il Blocco d'ingresso era armato con una postazione mista JM/CAC (Mitragliatrice Binata mod Reibel 1931 cal.7,5 mm / Cannone Anti Carro da 37 mm, alternabili secondo le esigenze). Il fosso diamante era inoltre battuto dal fuoco di due fucili mitragliatori mod.FM 24/29. Una campana corazzata GFM armata con un Fucile Mitragliatore assicurava la difesa ravvicinata del blocco. Un'apposita apertura permetteva di lanciare delle bombe nel fosso diamante.
L'ingresso nel Blocco avveniva tramite un ponte levatoio metallico che, superato il fosso, immetteva nella galleria principale dell'Opera. Questa,lunga oltre 250 metri, era percorsa in tutta la sua lunghezza da 2 binari a scartamento ridotto su cui correvano dei vagoncini spinti a mano, necessari per il trasporto interno di materiali. Apposite piattaforme intervallate lungo il percorso permettevano di deviare i carrelli verso i corridoi laterali. Ai suoi lati erano presenti i locali dei vari servizi logistici e si diramavano i corridoio diretti ai 4 Blocchi di combattimento. Il primo tratto della galleria principale era protetto da 2 postazioni per Fucile Mitragliatore.
Blocco 1
Protetto da un doppio fossato diamante difeso da 2 fucili mitragliatori e dotato di una feritoia per il lancio di bombe, l'armamento del Blocco 1 era costituito da 2 Mortai Brand da 81 mm mod.1932. Per la difesa ravvicinata ci si avvaleva di una campana corazzata GFM armata di Fucile Mitragliatore. Il Blocco si sviluppava su due livelli; l'inferiore ospitava il posto di comando ed il locale riserva - approntamento proietti, che tramite un montacarichi venivano trasferiti alla camera di tiro, quello superiore la camera di tiro, la campana corazzata e un'uscita di soccorso. Attualmente nel blocco sono in corso lavori di restauro, per cui l'accesso è vietato al pubblico.
Blocco 2
Anche questo si sviluppava su due livelli ed era il più grosso dell'intera Opera. Al livello inferiore erano ubicati il posto il posto di comando, il locale approntamento proietti e la camerata. A quello superiore erano ubicate le 2 camere di tiro per due mortai da 81mm, una postazione mista cannone anticarro da 47 mm - mitragliatrice binata Reibel (alternabili secondo le esigenze) e una postazione per mitragliatrice binata Reibel. Erano presenti inoltre 2 campane corazzate, la prima armata con la mitragliatrice binata Reibel, la seconda, destinata alla difesa ravvicinata dell'opera, con un fucile mitragliatore.
Blocco 3
Il blocco, utilizzato come osservatorio, era dotato di una campana corazzata utilizzata come osservatorio con annesso un fucile mitragliatore, una postazione per la difesa ravvicinata con fucile mitragliatore e una postazione ottica in collegamento con l'opera di Saint Antoine ubicata sul lato opposto della vallata.
Blocco 4
Questo blocco, in pratica il più basso dell'opera è raggiungibile dalla galleria principale tramite un corridoio in discesa. Questo corridoio ospita sul lato destro una serie di rampe di scale e su quello sinistro un piano inclinato, sul quale, tramite un verricello azionato a mano venivano fatti scorrere i carichi (munizioni) destinati alle armi. L'armamento era costituito da 2 postazioni per mitragliatrice binata Reibel e da una campana corazzata con fucile mitragliatore per la difesa ravvicinata.
Blocco 5
Si tratta in pratica di un blocco privo di armamento destinato esclusivamente all'evacuazione dei gas di scarico dei motori a scoppio dei gruppi elettrogeni e dei fumi prodotti dalla cucina dell'opera.
Servizi logistici e impianti
L'acqua destinata alla guarnigione e al raffreddamento delle armi proveniva da una sorgente esterna all'opera, da qui veniva canalizzata all'interno e riforniva tre cisterne. Per il vitto ci si serviva di una cucina elettrica a tre fuochi e due forni, il locale era dotato di due lavandini e di uno scaldaacqua elettrico. I pasti venivano serviti agli uomini tramite un'apertura nel muro della cucina. Non essendo l'opera fornita di refettorio i medesimi venivano consumati nelle camerate. Il riscaldamento era assicurato da due aerotermo che distribuivano aria calda ai vari locali i quali a loro volta erano tutti dotati di un piccolo radiatore elettrico della potenza di 0,5 Kw. L'illuminazione era garantita da lampadine ad incandescenza, disponibili in emergenza lampade a petrolio.
La ventilazione era garantita da ventilatori elettrici, una sala con batteria di filtri entrava in azione nel caso in cui l'opera fosse stata oggetto di attacco con i gas. Tutti i blocchi usufruivano della ventilazione indipendente con aria tratta dalla galleria principale. Un circuito indipendente provvedeva all'espulsione dell'aria viziata proveniente dalle latrine,dalla cucina e dall'officina elettrica tramite gli scarichi ubicati nel blocco 5.
L'energia elettrica era fornita, in condizioni normali dalla centrale di Modane e in caso di interruzione della linea da tre gruppi elettrogeni della potenza di 45 Kw ciascuno con motori diesel. Un'officina meccanica dotata di varie macchine utensili, un tornio, una mola, un trapano a colonna ecc. garantiva la manutenzione necessaria ai gruppi elettrogeni e ai vari impianti dell'Opera.
Le trasmissioni erano garantite da collegamenti telefonici indipendenti con l'esterno e con i vari blocchi dell'opera attraverso una centralina telefonica. I vari locali dei blocchi potevano inoltre comunicare tramite un tubo trasmettitore di voce oppure tramite l'apparecchiatura denominata Carpentier. Un trasmettitore ottico garantiva il collegamento con l'opera di Saint Antoine ubicata sul lato opposto della valle dell'Arc.
L'infermeria ubicata all'interno dell'opera garantiva l'assistenza sanitaria agli uomini della guarnigione. Due sale appositamente allestite e l'ingresso del Blocco EMH raccolgono numerosi cimeli e residuati bellici recuperati nelle vicinanze e sulle montagne circostanti.
Obice 105/22
All'esterno del complesso,in prossimità della parte superiore del malloppo del Blocco 2 è stato posizionato un obice da 105/22 mod.14/61 matricola 020032.
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