Cinque uomini in camper
racconto di Stidy
Mercoledì 6 settembre
La sveglia suona implacabile alle 6 e 30. Come un lombrico striscio fuori dal letto e a stento riesco a trascinarmi fino in bagno. Senza accendere la luce mi guardo allo specchio e per un momento inorridisco davanti al mio riflesso... che di umano non ha proprio nulla.
Poi un sorriso compare sottile sul volto. Oggi è il gran giorno, oggi è il giorno dell"adunanza" in cui misteriosamente, come guidati da un invisibile mano, alcuni prodi (con la lettera minuscola) si incontrano in un luogo preciso della penisola e intraprendono, come salmoni, il lungo pellegrinaggio verso nord... verso Parigi, oggi, come un anno fa, riparte l'avventura francese dell'Apple Expò, oggi riparte l'avventura di 4 UOMINI IN CAMPER... se non che quest'anno, finalmente, c'è pure Leo e quindi la versione 2006 del nostro tour tra i Galli sarà 5 UOMINI IN CAMPER.

Stavolta abbiamo deciso di non passare da Milano ed evitare così l'inutile perdita di tempo per "raccattare" Stidy e Leo. Molto più pratico partire da Reggio Emilia col camper e andare direttamente a Torino a prendere @ngel, visto poi che la strada da percorrere per arrivare in Francia è la stessa dell'anno scorso, via Frejus.

Leo chiama da casa e mi avvisa che sta per partire (sono le 7.30), proprio mentre sto varcando il casello di Milano Sud. Non posso aspettarlo, devo andare a casa di Beppe, nel ridente borgo di Vezzano sul Crostolo, a lasciare la mia auto sostitutiva, una splendida Punto fornitami dalla Citroen perché il fedele Berlingo ha dato forfait... una valvola bruciata. Quindi ci troveremo a Reggio, nel punto convenuto, e attenderemo in religioso silenzio l'arrivo di Bebo con il camperone.

Grazie alla moglie di Beppe, arriviamo nel parcheggio dove già Leo ha posteggiato la sua Rover, una berlina... stile zingaro ma con una dote molto importante, un bagagliaio immenso.
Quando prima dell'estate ci eravamo suddivisi la spesa da fare, Leo si era proposto per comprare qualche cosuccia, qualcosa che sarebbe servita sicuramente durante il viaggio, come la birra (ovviamente) e l'acqua minerale... giusto per fare alcuni esempi semplici semplici.
All'apertura del bagagliaio ciò che si para davanti agli occhi increduli miei e di Beppe non è cosa descrivibile, non esistono parole.
Tra le tante cose che continuavano ad uscire dal solito bagagliaio, ormai ribattezzato "cornucopia", è un curioso secchio di plastica semitrasparente, simile ai secchi di vernice, contenente una sorta di salatini vagamente piccanti, che diffondevano in bocca un sapore... indefinito. Tra le tante cose anche alcune confezioni famiglia di "Mars"... una vera festa per il fegato.

Chiamiamo Bebo col cellulare per sapere a che punto è. Il noleggio apre alle 9 e ora che tutto è pronto e da fuori Reggio arriva da noi passerà almeno un'ora.
Mentre continuiamo a stupirci, piegati in due dalle risate, dalla "lista della spesa", Leo se ne esce con un'altra "chicca": una cassetta degli attrezzi da fare invidia a un idraulico di Olgiate Comasco. Dentro c'era di tutto e tra l'ilarità generale Leo tira fuori da quella cassetta un'enorme chiave inglese... beh, quella chiave inglese sarebbe stata per tutti una salvezza in quanto era l'unica in grado di far scendere i piedini del camper per stabilizzarlo durante le soste e la notte. Incredibile ma vero, quell'unico attrezzo si sarebbe rivelato indispensabile durante tutto il viaggio... solo quell'attrezzo!

Ci siamo, il bestione sputa da dietro una rotonda con alla guida Bebo. E' lo stesso camper dell'anno scorso e quando dico identico dico che è proprio lo stesso... stessa targa!
Apriamo i "boccaporti" e cominciamo a stivare la baulata di roba che ha portato Leo più i nostri bagagli, le macchine fotografiche e... naturalmente i Mac, pronti da tempo a riprendere le furiose battaglie a colpi di Tommy e MP40.

Dopo una buona mezz'ora siamo in marcia verso l'autostrada A1. Impresa non proprio facile dati gli innumerevoli lavori in corso che interessano le nuove vie di accesso e gli svincoli di Reggio Emilia... un opera immensa che vede l'apice nella creazione di un mega-ponte strallato molto "jap" e credo anche molto costoso, che passa sopra l'autostrada e che ha modificato la rete viaria, compreso lo spostamento del casello... per arrivare al quale occorre vagare avanti e indietro per i sobborghi di questa "nuova" metropoli senza, apparentemente, mai raggiungerlo... come una chimera.

Il potente mezzo corre in direzione Torino e mentre Bebo guida faccio alcune considerazioni; nulla è cambiato, i cuscini dei sedili posteriori sono esattamente gli stessi, anche la lampada abat-jour di sinistra non è ben fissata, ora come all'ora e quel segno, sul bordo della mansarda, c'è ancora... Il tempo sembra essersi fermato e questo anno passato nelle rispettive dimore, con le proprie famiglie e il lavoro di tutti i giorni è svanito. Sembra ieri che abbiamo salutato @ngel a Torino e oggi stiamo di nuovo andando a riprenderlo per ricominciare qualcosa che, evidentemente, non è mai finito, si è solo momentaneamente interrotto e risalire sullo stesso identico mezzo non ha fatto altro che ingigantire questa sensazione.

A Torino ci fermiamo in una stazione di servizio per prendere a bordo @ngel e per pranzare in autogril visto che ormai è ora di pranzo. Fuori fa caldo, un clima ben diverso dall'anno scorso quando a Torino veniva giù dal cielo praticamente di tutto. La strada ora sale al Frejus per entrare in Francia, poi un lungo trasferimento ci porterà direttamente a St. Nazaire, in Bretagna. E' il primo dei due "tapponi" di trasferimento decisi per guadagnar tempo e la prima prova di guida alternata che prevede due del gruppo alla guida mentre gli altri dormono.

Passo alla guida con angelo come copilota e al grido "ma vaff... ma che cazz!!!" varchiamo la frontiera e cominciamo la discesa verso Saint Etienne... località per noi tristemente famosa (vedi 4 uomini in camper - 2005).

Mentre corriamo tra le montagne stabiliamo i posti per dormire: Bebo con Beppe hanno già di diritto i loro spazi nelle cuccette in coda; @ngel dormirà con Leo in mansarda e io mi adatterò sul divanetto sinistro, opportunamente modificato per la notte.

Stiamo tenendo una ottima media, ogni tanto ci fermiamo per fare rifornimento, per un minuto d'aria per i "tossici" e per sgranchire le gambe. Leo ne approfitta per dare sfoggio di abilità da surfista sul tetto del camper, immortalato da tutte le macchine fotografiche (praticamente abbiamo tutti la stessa foto). Il viaggio prosegue fino all'ora di cena, dove troviamo una splendida area di servizio con la luna che brilla all'orizzonte, leggermente velata dalle nuvole. Una scena a dir poco commovente se non si avvicinasse Leo con la faccia peggiorata dal taglio di capelli alla mohicana con addosso una maglietta con scritto "Attenzione... maniaco sessuale"... Che Leo non sia un maniaco sessuale lo sappiamo tutti ma... è proprio brutto brutto brutto e l'incantesimo inevitabilmente si spezza!

Mentre mangiamo, diamo un'occhiata al percorso sul Tom Tom per fare il punto di quanto manca all'arrivo... si, perché quest'anno abbiamo anche il navigatore, un'altra chicca di Leo.
Tutto ciò è fantastico, molto più facile girare col navigatore e molto comodo sapere quanto manca all'arrivo, sia in termini chilometrici che di tempo (stimato).
Personalmente mi ritengo un tecnologico, quindi il Tom Tom lo trovo uno strumento indispensabile ma, siccome non mi fido ciecamente della tecnologia, mi sono portato dietro anche una classica cartina stradale alla quale di tanto in tanto volgevo un'occhiata furtiva per verificare la correttezza delle scelte del Tom Tom... non si sa mai. I navigatori inoltre non permettono una visione d'insieme del percorso completo, lo visualizzano sul monitor ma in maniera incomprensibile, la cartina invece da questo punto di vista è molto più chiara. Naturalmente mi è stato subito dato dell'obsoleto!

Riprendiamo il viaggio, in autostrada fino a pochi chilometri oltre Bourges e poi su statale/autostrada per seguire la valle della Loira fino a Nantes e quindi Saint Nazaire. Mentre Leo guida, dietro, qualcuno si diverte col Mac.

Si viaggia bene di notte e ci si prepara per dormire. E' quasi mezzanotte e mentre do il cambio alla guida a Leo, esclamo: "Ci faremo il mazzo oggi fino a St. Nazaire, ma domani ragazzi... c'è la visita all'Airbus!!!".

E con questa frase si spegne il lieto ciarlare del giorno; Bebo e Beppe prendono posto nelle cuccette, Angelo siede accanto a me e Leo cerca di dormire un po' in mansarda.

La strada è ancora lunga e la lunga notte ci porta ad attraversare piccoli paesi illuminati dalle gialle luci stradali, poi ancora il buio della statale quindi di nuovo in autostrada per brevi tratti. Ogni tanto dal buio appaiono bellissimi palazzi illuminati da riflettori, i castelli della Loira, gli splendidi manieri che da soli meritano un viaggio, poi di nuovo il buio e la notte.

@ngel che cerca di stare sveglio per tenere sveglio me, mentre il camper ha un leggero e ciclico ondeggiamento. beh, se le cuccette posteriori non fossero tutte e due dalla stessa parte... forse lo spostamento d'aria provocato dai due "boscaioli" sarebbe più equilibrato... o no?!?

Leo si sveglia, scende dalla mansarda e si affaccia alla cabina di guida per chiedere come va, proprio nel momento in cui, per evitare una grossa buca, sono costretto a frenare. Un colpo secco, Bebo e Beppe si svegliano di colpo, io freno e accosto, mi fermo... guardo @ngel con gli occhi sbarrati, mi giro e c'è Leo seduto per terra con la testa fra le mani... in silenzio, nemmeno un gemito.

Il bordo della mansarda ha "baciato" per un momento la fronte di Leo, una botta che ha fatto temere il peggio ma lo sappiamo tutti, tra la testa di Leo e la mansarda... chi perde è la mansarda.

Si prosegue. Il nero nastro d'asfalto corre lungo la Francia e finalmente Nantes, sull'estuario della Loira annuncia finalmente l'oceano Atlantico. St. Nazaire è a "solo" 60 chilometri.
La statale ora corre parallela al lungo estuario, dove acqua dolce e salmastra si fondono. Attraversa sobborghi e grandi centri commerciali, spezzata periodicamente da rotonde illuminate per allargarsi infine su tre corsie e terminare la sua corsa a St. Nazaire. Sulla sinistra, prima di entrare in città, campeggia nel buio una grande insegna blu, sono gli stabilimenti Airbus e un fremito al pensiero della visita l'indomani percorre il nostro corpo.

La città è deserta (sono le 5 di mattina) e troviamo subito l'accesso alla zona portuale, dove si trova il grande complesso tedesco che durante la seconda guerra mondiale ospitava gli U-Boat e dove si trova l'ufficio del turismo. Alle 9 apre e noi saremo pronti per prenotare le nostre visite.

Posteggiamo il nostro mezzo nel parcheggio vuoto di un centro commerciale ed espletate alcune funzioni corporali ci abbandoniamo tra le braccia di Morfeo per le poche ore che rimangono. Stanchi... ma felici.

Seguendo un copione già scritto, con cadenza ritmica, inizia il grande concerto.

Giovedì 7 settembre
La sveglia suona presto, alle 8:00, appena tre ore da che ci siamo addormentati dopo la lunga tappa del giorno precedente. Bisogna riordinare le idee, siamo a Saint Nazaire, prima tappa del nostro giro settembrino e sede delle prime importanti visite.
Tutto gravita intorno all'ufficio del turismo, dove si prenotano le visite a quanto di meglio offre questa apparentemente insignificante cittadina francese sull'estuario della Loira. L'ufficio pre alle 9 in punto, meglio essere prudenti, mettersi in coda dopo aver fatto una veloce colazione a bordo con un caffè caldo e qualche brioche presa al vicino supermercato.

Già da Milano mi ero attivato per sapere cosa vedere e a parte il mastodontico complesso in cemento armato che ospitò gli U-boat tedeschi durante la seconda guerra mondiale, sarebbe stato interessante salire a bordo del sottomarino Espadon, il primo sottomarino francese a navigare sotto la calotta polare fino al Polo Nord, oppure visitare la ricostruzione dei grandi transatlantici di inizio secolo dello "Scalo Atlantico" o, meglio ancora, visitare gli stabilimenti dell'Airbus, vera chicca di Sain Nazaire, dove si assemblano le fusoliere del novello "mostro dei cieli" il grande A580 a due piani. Per la visita occorreva fornire le generalità dei partecipanti almeno due giorni prima insieme a un documento di identità. Io ero riuscito a inviare via mail, oltre ai miei, i dati di Angelo e Leo, ma non di Beppe e Bebo (era ormai tardi... quella sera e non me la sono sentita di chiamarli a casa dopo la mezzanotte).

Il ragazzo dell'ufficio del turismo è gentile ma... irremovibile. Le regole sono chiare, i dati vanno forniti con un anticipo di almeno due giorni, altrimenti nulla da fare... e così fu. La visita è fissata con partenza in pullman per le ore 14:00, andranno Angelo e Leo, mentre io resterò insieme a Beppe e Bebo, tanto avevo già visto gli stabilimenti d Tolosa e mi spiaceva lasciarli soli.
Rassegnati per forza, cominciamo a visitare le altre attrazioni cominciando dallo "splendido"... Scalo Atlantico!

Entriamo da una passerella all'interno dello spazio museale e la prima sala ci accoglie come passeggeri di un grande transatlantico; si tratta del pre-imbarco, dove si fanno i biglietti e il personale, aggindato come all'epoca, si cura di noi permettendoci di accedere alla simulazione di un "meraviglioso viaggio a bordo di un albergo galleggiante del 1930... o giù di lì".

Tutta la visita si svolge percorrendo i corridoi sui quali si aprono le ricostruzioni degli ambienti tipici di questi mastodonti del mare: cabine, sale da pranzo, ritrovi, sala macchine e ponte di comando, passando attraverso "passeggiate" all'aperto (ricostruite all'interno pure queste) dove anche la brezza e lo sciabordio delle onde contro la fiancata sono riprodotte... fedelmente. Verso la fine non poteva mancare il classico filmato (in francese) sulla storia di queste imbarcazioni e il finto naufragio con tanto di "fuga" a bordo di scialuppe di salvataggio.

Che dire, mai ci saremmo aspettati una cosa del genere... 20 euro, senza poter fare una foto (assolutamente proibito) per assistere a qualcosa che solo il grande Beppe poteva riassumere sul libro a disposizione dei visitatori, con tanta precisione e coerenza: "Andate tutti a cagare!!!".

Sembra che la nostra trasferta francese stia prendendo una piega negativa, se questo è l'inizio... ma non disperiamo e ci lanciamo verso la visita libera delle grandi rimesse di U-Boat.

Qui la visita è libera e si può andare dove si vuole; all'interno degli hangar dove sono ancora visibili le scritte in tedesco e i grandi numeri che definivano i docks per i sommergibili, sul tetto, dove grandi pannelli con testi, foto e cartine spiegano le vicende di Saint Nazaire durante l'ultima guerra fino alla torretta di guardia che sovrasta il grande bacino artificiale davanti ai moli d'attracco.
Leo è in giro con Beppe, io con Angelo e Bebo, a giocare a nascondino tra i settori del tetto ma la visita non dura molto, in effetti a parte le strutture non c'è rimasto poi molto.
Ci si ritrova al camper, col quale compiamo il giro del bacino (troppo faticoso percorrere 300 metri a piedi) per andare a vedere il sottomarino Espadon, questo "pregio" della marina francese.
Anche qui niente foto... e che diamine, vuoi mai che cinque turisti italiani riescano a carpire qualche segreto militare... o peggio che il negozietto di souvenir al termine della visita non riesca a vendere la sua collezione di cartoline!
Si va, in fila indiana verso uno dei moli che ospitava gli U-Boat e che oggi ospita questa imbarcazione, annegata in nere e ferme acque cosparse di piume di piccioni, alcuni dei quali giacciono morti sulle passerelle, una visione inquietante. La forma dell'Espadon richiama sinistramente il sottomarino Nautilus del capitano Nemo in 20.000 leghe sotto i mari... sempre in fila indiana scendiamo nelle sue viscere!
Stavolta la visita non era male anzi, direi interessante. La vita in un sommergibile non doveva certo essere facile, soprattutto in tempo di guerra; gli spazi strettissimi, la mancanza di luce naturale anche per giorni ma soprattutto, la quasi certezza che prima o poi avresti fatto la fine del topo era un pensiero col quale dovevi condividere le tue ore... fino a fine missione.

Ormai è ora di pranzo, riportiamo il camper davanti all'ufficio del turismo e, nell'attesa del pullman che porterà i nostri "eroi" Angelo e Leo all'Airbus, scaldiamo i fornelli e ci prepariamo alla prima pastasciutta del nostro viaggio... naturalmente condita con lo storico sugo di pomodoro alla Beppe ma, prima... un po' di antipasto! Sia io che Beppe abbiamo comprato del salame, naturalmente non un salame qualunque, salame di Felino, il "re" dei salami! Beppe ne aveva uno e io due... cominciamo ad aprire il primo e poi vediamo.
Pasta pronta, tutti a tavola e... via al cronometro! Beppe, anche quest'anno mantiene alto l'onore divorando il piattone in un tempo da record, vedremo se nel seguito della acanza riuscirà a migliorare il tempo personale.

Ed ecco infine apparire in lontananza il bus, si ferma, apre le porte e comincia a caricare i "fortunati" che visiteranno i famosi hangar dell'Airbus. Vediamo i "nostri" avviarsi lentamente e confondersi nel gruppo, facendo ressa vicino alle porte del mezzo. Sono tanti a salire, interessati naturalmente a questa famosa industria aeronautica che in pochi anni ha cambiato il volto del trasporto aereo, contrastando lo storico monopolio di Lockeed e Boeing ma curiosamente l'età media è 60 anni!!! Siamo certi che i nostri compagni di ventura si divertiranno.

Il pomeriggio passa lento, fa caldo e l'attesa del ritorno di Leo e Angelo si passa nel camper, ognuno intento alle proprie attività: Beppe sistema un po' le foto, come del resto faccio io, mentre bebo "spippola" sulla tastiera tra la ricerca di un acces-point e la sistemazione delle sue foto, (la ricerca di acces-point sarà come l'anno scorso una delle attività principali del gruppo).

Al rientro i racconti sono unanimi, splendido giro ma la compagnia dell'Istituto Geriatrico Milanese in trasferta non era certo la migliore.
Breve sosta, una birra in relax e poi via verso la seconda meta, Carnac.
Non sono molti i chilometri che ci separano da questo luogo di millenaria storia, poco più di un centinaio di chilometri, alla guida Leo.
Il panorama è molto bello e attraversa dolci colline dalle quali di tanto in tanto la vista spazia sull'oceano. Si ha poca voglia di parlare, stanchi dalla nottata precedente ancora non recuperata, con gli occhi che fissano fuori dal finestrino Saint-Nazaire che lentamente si allontana, col suo "Cesso" Atlantico, lo "Spadone" e l'Airbus, con la sua insegna blu ben visibile dalla statale, meta solo per pochi intimi, oppure chinati sugli schermi dei computer.

Arriviamo all'imbrunire presso Carnac e troviamo dopo diverse vicissitudini un piccolo campeggio posto su un terreno scosceso. L'impresa di entrare dai cancelli e trovare una piazzola è superata, tra l'altro una splendida piazzola proprio davanti ai bagni. Il problema si pone invece al momento di abbassare i piedini del camper per stabilizzarlo... manca la leva maledizione, il Ballotta non ce l'ha fornita! (Ballotta è il noleggiatore del camper n.d.r.).
Leo per certe cose è da tenere in grande considerazione, la cassetta degli attrezzi che si è portato dietro e derisa da tutti ha incredibilmente sfoderato una chiave inglese dell'esatta misura del dado per far scendere i piedi del camper... nessuno d'ora in poi avrà più il coraggio di fargli qualche osservazione.
Ed è sempre Leo che d'ora in poi si sdraierà sotto il camper per abbassare e rialzare i piedini ogni sera ed ogni mattina. Ed è sempre Leo che mangia da ieri sera gli immangiabili salatini del bidone comprato a Milano, ed è sempre Leo che si mangia "Mars" come se fossero noccioline, ed è sempre Leo che dopo la doccia sta fuori dal camper a torso nudo a mangiare salatini e bere birra... ed è sempre Leo che da questo momento, per almeno tre giorni, passerà molto del suo tempo abbracciato alla tazza del cesso di ogni campeggio in preda a spasmi intestinali degni di Hulk, facendo scappare campeggiatori, animali e i famigerati gnomi dei boschi che ormai hanno capito che ogni anno avranno a che fare con noi... non solo durante la notte.

A parte queste divagazioni, dopo le evaquazioni solide anche di Angelo, ben documentate, finalmente la quiete ritorna in campeggio, ci si prepara per la cena e, momento tanto atteso, la prima grande battaglia.
Come l'anno scorso i Mac sono schierati, le squadre prone all'assalto, la birra scorre e i mouse scottano.
Due ore di sparatorie, io e Leo contro Angelo, Bebo e Beppe... Lombardia contro il resto del mondo!
Beppe è sempre il solito bastardo, fetido e puzzolente che ti arriva alle spalle e ti fa saltare sulla sedia dallo spavento, Angelo, dopo un anno di "training" ormai è un soldato scelto, Bebo pure lui è ormai un "berretto verde" collaudato, Leo si incazza quando lo prendono e io continuo a farmi ammazzare da quella brutta bestia di Beppe... cazzo!!!

Ma alla fine anche i combattenti più duri hanno bisogno di riposo e lentamente ci si accorda per una tregua, solo momentanea, per riportare i corpi massacrati all'originale livello di vitalità.
Le luci si spengono, fuori nel campeggio sono spente già da tempo, un ultima tappa in baglio e infine i sacchi a pelo e le lenzuola avvolgono i pensieri. Tornano alla lunga trasferta, inizio del nostro nuovo viaggio, a Saint Nazaire e alla giornata di domani e... uno dopo l'altro i cinque cominciano ritmicamene a segnare la lunga notte... si, perché quest'anno c'è anche Leo... e questo gli gnometti bastardi non lo avevano previsto!!!

Venerdì 8 settembre
Al mattino ci si alza come sempre lentamente, si rimette a posto il divanetto, mia "postazione" notturna, dal momento che Leo dorme con Angelo in mansarda mentre Beppe e Bebo, "i principi", si sono accaparrati da subito i letti a castello nel retro del camper. Quindi a me è toccato il divanetto che ogni sera va preparato e ogni mattina risistemato a zona giorno.
La caffettiera comincia a borbottare e subito un fragrante aroma di caffè inonda il nostro piccolo spazio.
Espletate le formalità fisiche e burocratiche, lasciamo il campeggio per portarci al primo sito archeologico, il Tumulus Saint-Michel. Si tratta di una collinetta artificiale a breve distanza da Carnac, originariamene adibita a sepoltura ed attualmente visitabile solo esternamente. Sulla sommità c'è una pccola e graziosa chiesetta bianca, un monumento e una tavola di orientamento. La vista su Carnac è interessane, complice anche l'aria mattutina resa frizzante oltre misura da generose raffiche di vento. Facciamo qualche foto mentre arriva un pullman di turisti dal quale esce una moltitudine di ultra sessantenni in gita premio... che ci abbiano seguito da Saint Nazaire?

Terminata la visita ci spostiamo di poco per ammirare uno tra i più vasti allineamenti di menhir. Siamo a Menec ("Luogo delle pietre" o "Luogo del ricordo"), dove si trova il più vasto "Viale megalitico" che conta ben 1169 pietre disposte su undici file. A poca distanza, il secondo sito che visiteremo, i Viali di Kermario o "Luogo dei Morrti", con 1029 pietre disposte su dieci file.
La zona di Carnac, con i suoi 2000 menhir disposti su una superficie di ben 4 chilometri, costituisce il più importante sito preistorico d'Europa molto anteriore a Cnosso, alle piramidi, a Stonehenge o ai grandi templi egizi dell'omonima località di Karnak.

Ci separiamo, io e Beppe giriamo dietro alcune abitazioni per meglio fotografare le interminabili file di menhir, mentre Leo, Bebo e Angelo costeggiano la rete di protezione. Incredibile, i pietroni sono dappertutto, perfino nei giardini delle case...
Intanto Leo non si sente ancora bene, ha lo stomaco sotto sopra e rimane in camper mentre io Beppe e Bebo andiamo a vedere l'ultimo allineamento da una vecchia torre in mezzo ai campi.

E' quasi ora di pranzo, ci spostiamo fuori Carnac verso l'ultimo sito preistorico dove si trova, ormai "atterrato", un enorme menhir, Locmariaquer. "Il "Gran Menhir Brisé", alto in origine 22 metri, si presume fosse il punto centrale dell'osservatorio megalitico di Carnac, prima che un terremoto lo abbattesse nel 1722.
Peccato che arriviamo proprio all'orario di chiusura. Si riapre alle 14:30 e adesso è appena mezzogiorno, quindi niente visita ma... gran pastasciutta!
Posteggimo il nostro mostro, spegnamo tutto e scendiamo, quando si avvicina un signore gentile e ci fa segno di spostare il camper, facendoci notare che avevamo parcheggiato proprio di fronte al cartello di divieto...
E vabbè, la nostra figuraccia quotidiana l'abbiamo fatta... per oggi siamo a posto.
Mentre la pasta cuoce si chiacchiera, si beve una birra e Angelo ci illustra alcune improbabili posizioni tantriche, unite a strane fantasie erotiche (ciaf, ciaf, ciaf...), coadiuvate da Leo, che ha una mimica eccezionale per quanto riguarda particolari gesti rituali, il tutto tra l'ilarità generale... e Beppe filma un "trailer" inequivocabile della "sit-com".

Dopo mangiato la voglia di rimettersi alla guida lascia il posto al desiderio di farsi una belle... pennica pomeridiana, ma dobbiamo spostarci per arrivare a Saint-Malò e vogliamo arrivarci prima di sera in modo da visitarla alle ultime luci del giorno, quando le prime luci giallastre dei lampioni si fondono col rosso del tramonto sull'oceano, la marea comincia a salire e i gabbiani rilasciano etti di guano sulle statue... e non solo.
Non è una tappa lunga e in tre ore circa siamo a destinazione, in un campeggio situato proprio sulla collina di fronte al porto turistico sotto la città vecchia.
Lasciamo il camper... sotto carica e ci dirigiamo verso le mura di Saint Malò, vera perla affacciata sull'Atlantico, famosa anche per essere stata il covo di pirati e corsari, che obbligavano la marina britannica a pagare pedaggio per transitare il canale della Manica. Oggi ricostruita come in origine possiede una formidabile cinta muraria che è possibile percorrere interamente a piedi. Tra l'altro in questo posto si ha la maggiore escursione di marea di tutta la costa bretone.

Beppe non sta bene, pure lui ha problemi di...pancia, anche se non si è cibato delle stesse schifezze di Leo. Passiamo in farmacia dove tra l'altro Leo compra del dentifricio per sua madre, dice che in Italia non si trova...mah!

Giriamo ancora per le stradine strette di Saint-Malò prima di infilarci in un ristorante e mangiare dell'ottima carne alla griglia condita da altrettanto ottima birra, una cena resa ancor più succulenta da un probabile errore nel conto, di molto al di sotto delle aspettative.
Beppe ha proprio la faccia di uno che non sta bene, ma è sempre di compagnia, come tutti del resto e usciti nuovamente nei vicoli ormai illuminati solo dai lampioni, ci incamminiamo verso il campeggio, pregustando una nuova serie di battaglie.
Per tornare al campeggio bisogna aggirare nuovamente il porto turistico, adesso colmo d'acqua per via della marea, e capiamo a cosa servivano i pali così lunghi ai quali erano ormeggiati i natanti. In un posto con una marea che ha un'escursione di oltre due metri, le barche e i pontili stessi devono per forza adeguarsi al livello del mare, quindi i pontili sono galleggianti, ancorati a questi lunghi pali, intorno ai quali sono liberi di scorrere così che, quando la marea sale, i pontili (e relative imbarcazioni) salgono, e quando la marea scende ovviamente pontili e barche scendono... semplice ed efficace.

Arriviamo finalmente in campeggio, una doccia veloce e le postazioni sono già pronte e calde. I combattimenti sono aspri, molto spesso con perdite ingenti da ambo le parti. Ad ogni passo il respiro affannoso può essere traditore della posizione e la ricerca del nemico, di casa in casa, spesso conduce a soddisfare le proprie voglie, senza badare se il nemico ha il cuore libero oppure ha moglie... hem, no, questo non c'entra... A soddisfare la propria voglia di sangue senza controllare se all'interno, nascosto dietro un maledetto stipite, c'è Beppe (cazzo sempre lui) che aspetta la sua vittima, il suo agnello sacrificale!
Si fa tardi, anche stasera ci abbiamo dato dentro e al termine della battaglia, lentamente il campeggio rientra nell'abituale normalità. Il sordo fragore degli 88 è lontano, verso la Normandia, mentre la Bretagna non è stata sacrificata, a parte virtualmente da noi, in quell'inferno che è stata la seconda guerra mondiale.

Ormai tutto intorno è silenzio. Fuori, nella notte e nel fitto della vegetazione, alcune fioche luci rischiarano debolmente il sottobosco. Qualcuno si prepara a far festa, ma non ha fatto i conti con la "truppa della notte" che inesorabilmente, come da ormai tre anni accade, inizia col suo ritmico lamento... a sconvolgere i piani di quei piccoli esseri barbuti che ogni sera sperano, sperano, sperano...

Sabato 9 settembre
Ci si sveglia sempre di buon ora, verso le 8:30, per poter visitare quanto ci siamo prefissati prima della partenza, anche se quest'anno il percorso stabilito è già stato modificato. Abbiamo infatti tralasciato la foresta di Paimpoint, dove si narra abitasse la fata Morgana e ci sia la tomba del mago Merlino. Ma siamo in vacanza e l'itinerario è solo un'idea di massima, che ci lascia liberi di improvvisare di giorno in giorno.

Lasciato il campeggio abbiamo girato invano per le vie della cittadina alla ricerca dell'uscita, verso la statale che ci avrebbe portato in pochi chilometri alla splendida quanto "unica" isola di Mont Saint-Michel.
Ma ecco che riappare lo spettro dell'anno scorso. E' Bebo a rompere il silenzio: "Ho trovato un access point aperto!!!" e da quel momento si è aperta la caccia, con sosta forzata del camperone in una zona poco pratica per la circolazione e conseguente uscita di Angelo, Bebo e Leo con il portatile in mano in giro, a piedi, per le strette vie della Saint Malò fuori le mura.

Finalmente riusciamo a riprendere il viaggio. Alla guida è Beppe, mentre Leo fa da copilota, sempre vigile e attento e in poco tempo siamo già sulla strada che porta ai posteggi sotto Mont Saint-Michel, la strada che oggi è sopraelevata, mentre i posteggi sono ad un livello più basso e quotidianamente vengono sommersi dalla marea; grandi tabelle sono affisse in diversi punti dove si possono leggere gli orari quotidiani della marea, in modo da portar via i veicoli prima che spariscano tra i flutti.

La visita a questo gioiello, patrimonio mondiale dell'UNESCO, occupa tutta la mattinata, ma ne vale la pena. I turisti sono tantissimi e salire per la stretta via colma di ristoranti e negozietti di souvenir è un'impresa ardua. In cima la grande cattedrale la fa da padrona e il panorama sulla baia sottostante è unico. Siamo tutti sparsi a vedere e fare foto, io per primo... che rimango sempre indietro... ma è più forte di me, non riesco a limitarmi.

Alla fine siamo abbastanza stanchi, ritorniamo al camper e ripartiamo alla volta della Normandia, una deviazione in più per visitare alcuni nuovi luoghi dello sbarco, soprattutto per Bebo e Angelo che non ci sono mai stati. Ma prima, su consiglio di Leo occorre fare sosta ad un biscottificio appena fuori Mont Saint-Michel; un luogo fantastico dove assaggiare biscotti di ogni tipo, soprattutto frollini ricchi di uova e burro, quando non sono ricoperti di ciocolato al latte o fondente... Insomma, un vero paradiso per i malati di gola. Giriamo, assaggiamo e alla fine compriamo sacchetti colmi di biscotti da portare alle rispettive famiglie... sempre che arrivino alla fine del viaggio.
Mentre usciamo si sente Angelo che si rivolge alla cassiera in modo particolarmente "brusco", lanciandole dietro alla fine un... "SA VA???" che mi riporta immediatamente indietro nel tempo. Già... SA VA!!!, una sera di tre anni fa, con Beppe e Leo, all'aeroporto di Paris Beauvais, prima di rientrare in Italia e un mio acceso diverbio con la signorina dei bagali... parole irripetibili terminate appunto con un violento... "SA VA???".
D'ora in poi SA VA! sarà un grido di battaglia per il resto del viaggio.

Bene, è ora di riprendere la strada verso la prossima tappa, la Normandia. Lungo il percorso ci fermiamo in un posteggio alberato vicino ad alcune abitazioni per preparare un altro luculliano pranzo a base di pasta e (ancora) salame Felino... che resiste incrollabile agli attacchi di tutta la comunità, insieme al formaggio comprato in uno dei tanti supermercati trovati sulla strada. La scelta di questo posteggio è dettata soprattutto dalla presenza di un access point libero, a scrocco del quale ci lanceremo in azzardate navigazioni internet alla ricerca di qualche buon motivo per visitare l'Expò di Parigi. Le novità ci sono e si tratta di un nuovo modello iMac da ben 24 pollici, con una configurazione degna dei fratelli maggiori Mac Pro. E' anche il momento di provare se c'è segnale digitale terrestre per vedere un po' di televisione con la mia antennina e il piccolo decoder USB della El Gato... ma niente, nessun segnale!

Ripartiamo dopo pranzo alla volta delle batterie di Lounges-sur-mere, già viste da me, Beppe e Leo, ma una vera chicca per Bebo e Angelo, che possono ammirare le batterie tedesche con i cannoni ancora in posizione che, all'alba del 6 giugno 1944 hanno cercato di frenare il famoso quanto sanguinoso sbarco alleato. Arriviamo all'imbrunire e mentre il gruppo va alla scoperta di questi luoghi capeggiato da Leo, Io resto a bordo del camper con Beppe, a sistemare le foto fatte fino ad ora.
Un'ultimo giro veloce per ammirare la spiaggia di Utah Beach e poi via, alla ricerca di un campeggio.
Troviamo quello che fa per noi dopo un po' di tempo, percorrendo senza fretta le strade collinari della Normandia, tra un borgo e l'altro, un museo artigianale e un cimitero. E' piccolo, su di una collinetta, con le piazzole a erba, ben curate ma soprattutto... con la piscina, coperta e riscaldata!!! Bebo non sembra apprezzare e si rifugia nei bagni per una doccia ristoratrice, ma noi... i veri "animali", non perdiamo tempo e liberate finalmente le protuberanze addominali, da troppo tempo costrette dentro pantaloni e magliette, ci lanciamo in questo azzurro e deserto catino che aspettava solo qualcuno che ne violentasse le calme acque... Il resto è documentato dalla telecamera di Leo.
Il finale della giornata è come da copione; doccia, cena con pastasciuttona e gran battaglia, ripercorrendo le tappe del D-Day, tra Carentan e St. Mere Eglise e menre sugli schermi tedeschi e alleati virtuali si fronteggiano in una lotta senza quartiere, non possiamo non rivolgere un pensiero ai soldati che in quello storico giorno hanno dato la vita per liberare l'Europa dalla schiavitù hitleriana e che riposano proprio di fianco a noi.
I buio scende, le luci del campeggio si spengono e alla fine anche il nostro camper viene preso dalla fredda notte e anche oggi, come ogni notte, i 5 torneranno a rompere il silenzio con il consueto concerto.

Domenica 10 settembre
L'aria al mattino è parecchio frizzante e le gocce di condensa solcano il vetro della nostra casa mobile, mentre il sole lentamente torna a far sentire il suo vitale calore.
Oggi restiamo in Normandia, abbiamo alcuni appuntamenti con i luoghi dello sbarco e ne ripercorreremo alcuni già visitati e altri invece nuovi e intriganti.
Si parte alla volta del grande cimitero e memoriale americano di Omaha beach, dove le file di croci si inseguono tutte uguali su un immenso tappeto erboso. Io e Beppe restiamo nel camper mentre Leo fa da cicerone. Ci spostiamo quindi a Courseulles-sur-mere dove si trova la spiaggia di "Juno", uno dei cinque luoghi in cui le truppe alleate sbarcarono e in molti casi morirono, dove ha sede il museo canadese dello sbarco ma lungo la strada, che segue sinuosa ileggeri declivi, ci imbattiamo nel cimitero di Ryes, poco distante da Gold Beach, dove sono seppelliti i caduti di circa 600 soldati del Commonwealth, insiema a Polacchi e Tedeschi.
La temperatura dell'aria è molto calda, tipica di fine estate, il traffico ancora intenso e ci vuole un po' per arrivare a Ouistreham, prossima tappa del giro in Normandia. Parcheggiamo il bestione vicino al porto turistico, in un'area attrezzata piena zeppa di altri camper e ci prepariamo per mangiare la solita pastasciuttona.
Stiamo aspettando che apra uno dei più bei musei fino ad ora visitati, il Museo del Muro dell'Atlantico, ricavato nell'ex quartier generale tedesco che comandava le batterie presso l'estuario dell'Orne e che celava sulla sommità una stazione di rilevamento ottico. Per tutto il nostro gruppo è un vero godimento perché il museo ricostruisce, all'interno dell'alta torre in cemento armato, tutti i locali dell'epoca, dalla camera filtri alla sala comando, all'armeria e per finire appunto al sistema di puntamento e traguardo ottico.. perfettamente funzionante.
Ci mettiamo un bel po' a girare e osservare tutto, soprattutto fotografare, cosa che porta via a me un tempo superiore alle aspettative... come al solito.
Alla fine io e Angelo compriamo anche una bustina con i campioni dei proiettili alleati utilizzati durante il conflitto... non si sa mai che durante un duro match a COD non tornino utili!

Verso metà pomeriggio ripartiamo alla volta dell'ultima tappa normanna e certo la più interessante.
A pochi chilometri da Ouistreham si trova infatti il famoso Pegasus Bridge, eroicamente tenuto dai paracadutisti inglesi la notte dello sbarco per evitare che i tedeschi lo facessero saltare, bloccando quindi l'avanzata alleata verso Caen e l'entroterra.
Oggi il ponte è stato spostato a lato del canale e fa parte del grande museo. Al suo posto, per esigenze di traffico ne è stato costruito un gemello più grande, funzionante esattamente come l'originale.
Appena arrivati sistemiamo il camper nell'ampio posteggio e ci addentriamo nella storia di questo famoso reparto inglese, degli alianti utilizzati dalle truppe aviotrasportate e naturalmente del ponte.
A questo punto ci dividiamo e cerchiamo di visitare tutto il possibile, portando via con noi un altro tassello della grande battaglia di Normandia; non sto a dire che le foto si sprecano e le batterie delle fotocamere digitali si fanno roventi.
Terminata la visita torniamo al posteggio, ora completamente invaso di pullman e camper dai quali scendono bianchi e stempiati vecchietti in compagnia delle attempate consorti. Maledizione! L'istituto geriatrico in questo viaggio non ci da tregua.

Parte la caccia al campeggio, magari con piscina, ma dobbiamo fare i conti con l'indicatore del carburante, da tempo fisso sul rosso. Sono alla guida e tutti siamo con gli occhi rivolti alla strada e ad una possibile stazione di servizio che risulta più difficile da trovare del campeggio.
Lo sconcerto è immenso quando ne troviamo una ma non accetta i contanti (è domenica quindi solo self service) ma per assurdo le carte di credito possono essere solo nazionali!!!! Bebo sfodera una magnifica carta American Express completamente trasparente... un ologramma, bellissima come il Santo Graal quanto inutile in questo frangente.

Maledetti Francesi, ci starebbe bene un bel SA VA!!!!! Si, ma a chi... qui non c'è nessuno.

Continuiamo nella ricerca, ormai disperata e finalmente troviamo ciò di cui abbiamo bisogno e si prosegue con la ricerca del campeggio.
Sulla strada un paesino ci spinge ad entrare alla ricerca di un negozio per comprare del pane, ottima idea. Meno buona la mia idea di posteggiare sotto la tenda pensile del negozio di alimentari... il camper è più alto e solo lo sguardo ad occhi stralunati di Leo (mio copilota), paralizzato nella voce, che gesticolava convulsamente ha evitato il peggio.
Giornata lunga questa, con molte tappe e clima caldo, anche troppo; alla fine il campeggio è la voglia definitiva di spegnere i motori e non toccare più il volante fino a domani.
E' un'area enorme, con pochi alberi e piazzole a prato, troviamo riparo all'ombra dei bagni e ci dedichiamo alle solite attività di relax.
Dopo cena, si riaccendono i fuochi ancora caldi della sera prima e l'infinita guerra tra il bene e il male riprende vigore, tra l'altro proprio nei luoghi visitati oggi: Ouistreham (dove è stato riprodotto esattamente il quartier generale tedesco) e Pegasus Bridge (anche in questo caso riprodotto nei minimi particolari).

Ancora una volta, a tarda notte, buio e silenzio tornano a regnare dentro il nostro camper... ho detto silenzio? Domani è un altro giorno, si va a Parigi!

Continua...