Forte Cima Vezzena
Lavarone
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Spicca nettamente sulla rocciosa sommità del Pizzo di Vezzena a quota 1908 m. intagliato nella vetta. Sulla linea di cresta del settore occidentale della Catena di Cima Dodici, nel territorio comunale di Levico su di un area di 1002,30 mq. Presenta uno strapiombo di oltre 1300 m. sul fondovalle dell’Alto Brenta ( Alta Valsugana ).

Inizio dei lavori nel 1907, ma non era ancora terminato allo scoppio del conflitto.

Armamento principale:
Due casematte metalliche fisse quali postazioni per mitragliatrici.

Armamento secondario:
Una cupola girevole osservatorio armabile con una mitragliatrice.

Cenni storici:
Si tratta della fortificazione più alta del sistema dell'altopiano di Folgaria (Sperre Lavarone. La sua funzione principale era di elevato posto di osservazione sia sul versante a sud ( verso Asiago ) che su quello nord (Valsugana e altre fortificazioni austriache ) e di osservatorio per il sottostante forte Verle. Durante la notte del 30 maggio 1915, nel quadro dell'azione offensiva condotta dalla 34a divisione, il forte venne attaccato dalla 63a compagnia del battaglione alpini " Bassano ", che dovettero arrestarsi sui reticolati ancora intatti e venivano falcidiati dal fuoco delle mitragliatrici.

Gli italiani, si stabilirono allora, sull'antistante Spitz Leve. Il forte era comandato dall’Aspirante ufficiale e in seguito Sottotenente Konrad Schwarz. Dopo il 1916, entrò in letargo come tutti gli altri forti della zona e servì quasi esclusivamente da osservatorio. Fu dismesso il 12-08-1927 con R.D. n. 1882 e acquistato dal comune di Levico ( assieme con il Verle ) per L.2600. Anche in quest’opera fu operato uno smantellamento dei materiali ferrosi che furono venduti all’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia ( contratto del 12-03-1932 )

Notizie sull'opera:
Chiamato nei documenti austriaci Werk Spitz Verle o Posten Cima Vezzena. Anche in questo caso il progetto dell'opera era del capitano Lehmayer mentre la direzione dei lavori fu affidata al capitano Von Hermann. La struttura in calcestruzzo del forte era rafforzata da putrelle d’acciaio ed era esternamente ricoperta da conci calcarei squadrati. La copertura era di m. 2.50 di spessore e ricoperta da un rivestimento di lamiera di zinco. Costruito su tre piani ( il fronte anteriore è alto 9 metri ), i locali erano illuminati dal fronte di gola con finestre chiudibili con sportelli d’acciaio muniti di feritoia. I locali destinati a ricovero uomini avevano rivestimento in legno, ventilazione e stufe bene adatti al soggiorno invernale. Nel sotterraneo dell’opera c’erano: la fogna e la cisterna dell’acqua. Riflettore a scomparsa da 30 cm. ( ad acetilene, come del resto tutta l’illuminazione del forte che non aveva gruppo elettrogeno ) collocato in cima alla costruzione.

La parete settentrionale è appoggiata alla roccia. La sua posizione è alquanto ardita e strapiombo sulla Valsugana con un salto di 1.300 metri. Era collegato telefonicamente e tramite segnalazioni ottiche con tutti i forti vicini (direttamente anche con Selva in Valsugana ) tramite il comando di monte Rust, sede di un comando era inoltre collegato otticamente con la batteria germanica dell’Alpen Korps appostata sulla Panarotta a m.2002 ( Batterie Rose ).

Vie d'accesso all'opera:
Dal Passo di Vezzena ci si porta al forte Busa di Verle. Da qui si può seguire il sentiero SAT 201 oppure da malga Marcai di Sopra sino alla linea di cresta e di qui al forte.

Scheda tratta da: http://www.fortificazioni.net/.