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Forte Sommo Alto |
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Giace sul costone Ovest di Val d’Astico, fronte verso Est a quota 1613 m. nel comune di Folgaria
Fu costruito tra gli anni 1911 e 1914. Armamento principale: Armamento secondario: Cenni storici: Lo stesso forte ne tirava altri 11 colpi sulla stessa località dalla mezzanotte alle 6.00 del giorno dopo. Il 26 sparò dalle 9.10 alle 9.50 su truppe in movimento presso Malga Campoluzzo Superiore e nella trincea presso la Malga a quota 1550. In tutto 6 colpi. Nel pomeriggio tra le 12.45 e le 15.00 riprese il tiro sui bersagli sopraccitati. ma nel maggio del 1916 diede un perfetto appoggio alla Strafexpedition e fu un perfetto esempio sulla precisione di tiro delle artiglierie da fortezza. Non fu mai assalito dalle fanterie italiane. Dopo il crollo del 1918, il forte aprì il fuoco fino all’esaurimento delle munizioni impedendo quindi all’avversario di avvicinarsi. Il comandante del forte fu il Capitano Rudolf Kalifius. E’ stato radiato dalle opere militari con R.D. del 12.8.1927 nr.1882 per poterne recuperare il ferro. Dopo averlo ottenuto in affitto per 29 anni dal 01-01-1932 ( canone annuo 150 lire ) è stato venduto dal Demanio militare italiano al comune di Folgaria E’ stato riaperto al pubblico su iniziativa del Presidente degli Alpini di Folgaria e dal Battaglione Pionieri del Genio Aorta di Trento. E’ da ricordare che prima di subire l’opera di smantellamento, era ancora munito delle cupole d’acciaio e dei suoi cannoni. Inoltre, i vari settori erano ancora collegati da binari con carrelli di ferro. Notizie sull'opera: Il forte ha tre piani ( uno solo è sopra terra ) nella solita costruzione, illuminato ed arieggiato dal fronte di gola. Sugli altri tre lati, affondati nel terreno, è protetto dall’umidità da una intercapedine completa larga 40 cm.; il complesso dei due muri comprendenti l’intercapedine è irrigidito da archetti attraversanti l’intercapedine stessa. L’opera è notevole specialmente per i particolari e per l’organizzazione della difesa vicina. Sulla sua copertura s’innalza in centro il massiccio portante la cupola girevole dell’osservatorio; in esso è aperto un cunicolo mettente in comunicazione l’interno del forte con l’esterno ed il passaggio corazzato è chiuso da un robusto portello d’acciaio. Alle estremità del corridoio superiore salgono le scalette portanti alle cupole degli obici. L’entrata principale nel fronte di gola è protetta da un corpo sporgente, avente sulla sua copertura una casamatta metallica fissa per due mitragliatrici ed al piano superiore un diottrico comunicante con il forte Dosso del Sommo. Il corridoio del piano inferiore viene prolungato verso Sud da una galleria, lunga un centinaio di metri e biforcantesi al suo estremo; essa conduce da una parte ad un fortino armato con due casematte metalliche fisse, fronte la testata di Val d’Astico col campo di tiro sul rovescio del Plaut e dall’altra a una casamatta per due mitragliatrici, battente gli approcci del forte, le strade e le pendici della Martinella oltre Val di Plinca. Lo stesso corridoio del piano inferiore del forte viene prolungato verso Nord da una galleria lunga 200 m. circa e portante ad una uscita di soccorso sboccante in un camminamento. Dallo stesso corridoio parte una galleria fortemente inclinata e munita di scala, diretta verso Est, galleria che porta ad un pozzo d’alimentazione della trincea scoperta e ad un grosso fortino armato con due casematte metalliche fisse per mitragliatrici accoppiate, battenti il rovescio del Durer e la Valle Orsara. Questo fortino, verso nord, è prolungato da una costruzione di pianta quadrata, di forte copertura ( 2,80 m. ) armata con mitragliatrici scudate battenti la Val d’Astico; in questa costruzione trovano posto un riflettore da 30 cm. azionato manualmente e due diottrici comunicanti col forte Cherle e il Monte Rust. Dal fortino, una galleria senza gradini porta ad una casamatta metallica fissa per due mitragliatrici battenti il settore posto fra quelli dei fortini. Era considerato come un forte intermedio con fossato di gola ricoperto e scopo tattico-militare di protezione contro il fuoco fiancheggiante proveniente dal Col Santo e Pasubio. Aveva alcune deficienze strutturali quali: la cattiva aerazione, la scarsa possibilità di sistemazione, il reparto cucine troppo piccolo e le scarse attrezzature sanitarie. Fu costruito senza fossato di fronte: il fossato di gola fu riempito di materiale per smorzare l’effetto devastante dei bombardamenti. Lo spessore della copertura era originariamente previsto in 2,15 m. di spessore ma durante la costruzione venne aumentato a 2,80 m. Durante i lavori di rafforzamento del 1916 nella zona delle cupole e nella parte di copertura del forte disposta ad est lo spessore venne aumentato a 3,90. Era dotato di un generatore diesel che forniva l’elettricità per l’illuminazione interna, per i riflettori e per i ventilatori. Il rifornimento idrico arrivava da una tubazione dal forte Dosso del Sommo, due cisterne garantivano una riserva di 380 ettolitri ciascuna. Collegato telefonicamente con la centrale di Folgaria e otticamente con il forte Dosso del Sommo, il Cherle ed il M. Cornetto. La guarnigione del forte era composta da 6 ufficiali e 162 uomini di truppa. Dinanzi al forte si eleva la cima meridionale del Sommo Alto che nasconde l’opera a chi viene da mezzogiorno. Questa cinta è coronata da un trinceramento chiuso a mo di ridotta e collegato con trincea al forte. A sud-ovest del forte una linea di trincee scende al fondo di Val Pencla e risale sul versante opposto alla già accennata località Martinella. Tale linea - che il Comando austriaco ha battezzato Haupt Position Pencla - costituisce il collegamento del Sommo Alto col forte Dosso del Sommo. Sul davanti di questa linea è organizzata una abbattuta. A sud e sud-est del forte la linea di trincee va dalla Sella del Caricatore ( testata di Val Pencla ) al Plaut e di qui discende a Valle Orsara. La distanza con il forte Dosso delle Somme è km. 1.475 e dal forte Cherle è km. 3.625. Vie d'accesso all'opera: Scheda tratta da: http://www.fortificazioni.net/. |
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