In realtà a me non interessava particolarmente la salita al monte Tonale orientale, ma i fortini della Grande Guerra, rimasti silenziosi testimoni della "Guerra Bianca" combattuta aspramente anche tra querste montagne, fronte tra esercito italiano e austroungarico. Sono quindi partito dalla statale del passo Tonale a circa 6 chilometri in direzione di Vermiglio (2 da forte Strino), il sentiero, non è il 137, ma si tratta di un'alternativa più comoda, anche se più ripida, per portarmi subito a incontrare la strada forestale citata dalla guida Kompass che proviene dal Tonale (più precisamente dall'ospizio). Poco dopo incontro i pochi ruderi di forte Mero (1838 m), dove è stata allestita un'area di sosta attrezzata con tavolini in legno e griglia a disposizione dei turisti. Fin qui la passeggiata è tranquilla e senza alcuna difficoltà. Proseguo in direzione della valle Strino come indica la guida, ma lascio la strada forestale sulla destra per dirigermi più in alto, a forte Zaccarana; si tratta sempre di una mulattiera che non presenta alcuna difficoltà se non che adesso sale a tornanti stretti per raggiungere quota 2096 metri dove trovo i ruderi del secondo forte. Va detto che a parte forte Strino (restaurato e in parte ricostruito) e forte Barbafiore in val di Peio (che si è mantenuto direi bene) tutti gli altri sono poco più che ammassi di calcestruzzo e cemento - neanche più armato - con qualche tratto di muro ancora miracolosamente in piedi. Dal forte parte il sentiero a mezza costa che corre in fondo alla valle Strino, è il sentiero dei "Bozerlait", una traccia ben segnata e curata che raggiunge il sentiero 137 proveniente dalla malga Strino. Alcuni passaggi (pochi peraltro) obbligano a fare attenzione in quanto il sentiero è a strapiombo sulla valle sottostante. Arrivato al bivio (25' da forte zaccarana) decido nonostante l'ora di salire alla città morta, (1h 20') col dubbio poi di scendere a valle ancora con la luce (dal bivio a malga Strino è circa un'ora e un'altra ora almeno per raggiungere la statale). La salita fino al secondo bivio è di circa 20 minuti e adesso il sentiero sale ripido fino al Bait del Porzelain (2208 m) dal quale si può scegliere di prendere a destra per i laghetti a quota 2589 metri (sorgente del rio Strino) e proseguire poi per il monte Redival (2848 m; solo escursionisti esperti). Io prendo a sinistra per la città morta e il monte Tonale orientale, un sentiero che sale ripido tagliando l'accentuato pendio, ma senza evidenti difficoltà. La salita è impegnativa per la forte pendenza ma soprattutto perchè non se ne vede la fine. Arrivo in cima a un primo tratto che però si apre in una conca e il sentiero continua a salire, ormai una traccia ma comunque ben visibile. In alcuni casi può capitare di incontrare altre tracce in differenti direzioni, occorre fare un po' di attenzione tenendo sempre presente in che direzione si trova la meta. Dopo un secondo terrazzo con una polla, ecco i primi segni degli insediamenti austriaci, in alto sul versante di destra. Devo ancora salire una terza balza per trovarmi finalmente nella conca della città morta, una serie di elementi murari perimetrali e nulla più. Ciò che rende interessante questa area è la splendida posizione, incassata proprio sotto il Tonale orientale, riparata dai monti a nord e che si apre sulla valle sottostante a ovest. Incredibile pensare a come è stato possibile costruire tutto ciò e a come potevano viverci i soldati nei freddi inverni della "Guerra Bianca". Fatto 30, decido di fare 31 e dal momento che dalla "città" al punto di scollinamento, ci vorrà si e no mezz'ora, decido di fare un ultimo sforzo e, una volta in cima, scendere direttamente al passo Tonale, chiedendo poi un passaggio fino alla macchina lasciata 6 chilometri più a valle. Il sentiero che scende nell'Alpe del Tonale è molto ripido e scosceso e il rischio di scivolare sui detriti è alto, senza contare che corre a mezza costa con il lato a valle in forte pendenza (non è un itinerario per chi soffre di vertigini). Specialmente nella parte alta ho incontrato alcuni passaggi insidiosi, da affrontare con cautela e attenzione, il sentiero è davvero stretto. Ormai il Tonale è sempre più vicino e il paesaggio prende la forma dei grandi prati montanil lasciando in quota roccia e detriti. Ora il sentiero è meno ripido e scende a tornanti verso la valle del rio Valbiolo, costeggiando gli impianti di risalita, fino a raggiungere l'ospizio.
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