Teatro all'Antica
TEATRO ALL'ANTICA (1588-1590)

Gioiello di rara bellezza, primo esempio di teatro stabile d'Europa costruito dal nulla e non vincolato da strutture preesistenti, questo teatro riveste un ruolo di primaria importanza nell'ambito degli edifici teatrali europei.
Fu Filippo Scamozzi, reduce dai lavori di edificazione del Teatro Olimpico di Vicenza, che nel maggio del 1588 giunse a Sabbioneta e disegnò per il duca Vespasiano Gonzaga Colonna il progetto di un teatro di corte, che venne realizzato tra il 1588 e il 1590.

L'elegante esterno è a due ordini: quello inferiore, con finestre, portali e spigoli contornati a bugnato poggianti su un alto zoccolo, e quello superiore, contraddistinto da lesene doriche binate, nicchie e finestre sormontate da timpani triangolari e curvospezzati contenenti tazze ovoidali.
La fascia marcapiano reca l'iscrizione in capitali "ROMA QVANTA FVIT IPSA RVINA DOCET" (Le stesse rovine insegnano quanto fu grande Roma), motto presente nel frontespizio di due dei sette libri di architettura scritti dal bolognese Sebastiano Serlio.

La sala, a forma rettangolare, è suddivisa in due quadrati separati dal breve rettangolo dell'orchestra: uno occupato dal palco e l'altro dalla cavea semicircolare. Un'innovazione è l'ingresso nel retro riservato agli artisti (musici e attori), che permette l'accesso ai camerini.
Sul palco sopraelevato vi era una scena fissa progettata da Scamozzi, distrutta nella seconda metà del Settecento. Essa rappresentava una prospettiva urbana, una via costeggiata da edifici nobili e borghesi. Il senso di profondità era accentuato dall'inclinazione del palco e dalla controsoffittatura, una volta a botte realizzata con canne di fiume intrecciate, stuccata e dipinta d'azzurro, inclinata sopra il palco stesso.
Gli edifici della scena, come quelli del Teatro Olimpico di Vicenza, furono realizzati in legno, stucco e tele dipinte a finto marmo e a finta pietra. Gli affreschi che si trovano ai lati del palco facevano parte della scena e integravano la veduta prospettica scamozziana. Da un lato è riconoscibile la bottega di un cerusico-barbiere.
Dell'impianto originale rimane l'elegante ed armoniosa loggia costituita da un colonnato corinzio sormontato da un coronamento statuario rappresentante le principali divinità dell'Olimpo. Le statue degli dei e le eleganti modanature, tutte in stucco, furono realizzate dallo scultore veneto Bernardino Quadri e dall'équipe dei suoi collaboratori su disegno dello Scamozzi. Le figure dipinte a monocromo nella parete di fondo della loggia raffigurano imperatori romani. Nelle nicchie sono inseriti quattro busti, raffiguranti la dea Cibele e tre antichi condottieri.

I due grandi affreschi parietali raffigurano archi trionfali all'antica, nei cui fornici centrali si aprono scorci urbani. A sinistra è dipinta la piazza del Campidoglio e a destra Castel Sant'Angelo. Roma è dunque la grande ispiratrice dei tutta l'opera vespasianea. La trabeazione che sormonta l'arco di destra riporta la dedica all'imperatore Rodolfo II d'Asburgo che nel 1577 elevò Vespasiano al rango di duca. Gli affreschi che percorrono l'intero perimetro della sala subito sotto la copertura, invece, simulano una loggia animata da musici, comici, dame e cavalieri, personaggi abbigliati secondo i costumi del tardo Cinquecento. Evidente è il richiamo allo stile di Paolo Veronese soprattutto negli affreschi di villa Barbaro a Maser.

L'edificio, completato nel febbraio del 1590, fu inaugurato coi festeggiamenti del carnevale. Una compagnia teatrale stabile stipendiata dal duca rimase a Sabbioneta sino alla morte di Vespasiano, in seguito alla quale il teatro, come tutta la città, conobbe un lungo periodo di decadenza. Nei secoli successivi esso fu adibito agli usi più svariati: granaio, magazzino, caserma e cinematografo comunale nei primi decenni del Novecento. Negli anni Cinquanta iniziarono alcuni lavori di restauro e solo nel 1969 esso ritornò a svolgere la funzione di teatro con la rappresentazione del Ballo delle ingrate di Claudio Monteverdi. Oggi, oltre che inestimabile tesoro d'arte, oggetto di visita da parte di turisti provenienti da tutto il mondo, esso costituisce la prestigiosa sede di concerti di musica antica, convegni e manifestazioni culturali.

Testo di Giovanni Sartori - storico dell'arte