Le origini
La presenza dell'uomo a Fontanellato ha origini antichissime, infatti sono state trovate palificazioni terramaricole e suppellettili riconducibili ad interi villaggi dell'età del bronzo. E' con il sec. XI che inizia la storia del paese che ha nel castello il suo simbolo e il suo centro pulsante. Da una iniziale torre fortificata ha origine l'attuale Rocca di proprietà della famiglia Sanvitale sin dal XIV sec. con relativa nascita di un piccolo feudo grazie alla elevazione a dignità comitale dei fratelli Giberto e Gianmartino da parte del Duca Gianmaria Visconti nel 1404.
L'amministrazione del feudo fu sempre lungimirante e improntata all'innovazione. Il nome di Fontanellato richiama la Fontana Lata, cioè fontana larga, estesa. Il paese è urbanisticamente conservato nella sua struttura chiusa, un tempo, da un ampio fossato esterno.
La Rocca
Il visitatore viene scoprendo quasi all’improvviso la Rocca di Fontanellato, percorrendo strette strade di impianto medioevale, dove si aprono minute botteghe sotto bassi portici dagli architravi in legno e dalle rustiche pilastrature. E appena s’intravvede l’isolato e solitario castello lo spazio, che prima appariva angusto e tortuoso sembra dilatarsi, espandersi in una vastità difficile da misurare. La Rocca, circondata da una grande fossato - "peschiera" non casualmente è detto nei documenti antichi - si presenta con un’eleganza aristocratica singolare, che la rende inconfondibile nel pur vario e ricco panorama di castelli, che dal Po alla montagna, punteggiano il territorio di Parma.
Castello che non ha perso nulla del fascino che gli deriva dall’esser stato una costruzione di difesa militare nei tempi ferrigni ed aspri del medioevo. La cinta esterna venne eretta, a partire dal torrione quadrato posto a nord - che in origine era molto più alto - probabilmente dopo il 1386 e completata su pianta quadrata prima della metà del ‘400.
Una corretta rilettura dell’edificio oggi è difficile, anche se, nel cortile, diverse sono le tracce di aperture e chiusure. Originaria, seppur restaurata, la quattrocentesca scala a volte che conduce alla loggia superiore, così come originario è il porticato che al piano terra si sviluppa sul lato nord-est.
Le finestre ogivali che si aprono su tre lati del cortile sono di gusto tardogotico.
La corte, se ricorda ancora la fortificazione, ha tuttavia nell’uso elegante del cotto, nella ricercatezza del doppio loggiato, una certa grazia signorile. Così tutta la Rocca di Fontanellato unisce il senso di forza e di compatta solidità propria delle costruzioni militari con una grazia, un po’ acerba, ma evidente, proprie di un’età signorile, che veniva scoprendo l’umanesimo e con esso i piaceri dell’intelligenza e del vivere.
Il paese
Nonostante gli interventi di ristrutturazione successiva - specie sotto l’aspetto della modificazione della decorazione delle facciate - la forma urbis del paese ha indubbiamente un carattere conservativo, e documenta gli ampliamenti che il centro dovette subire nel XVI secolo specialmente, in concomitanza con le ristrutturazioni della Rocca.
Del resto fu sempre cura dei Sanvitale conservare la tipologia urbana esistente, come dimostra una grida del 12 marzo 1606 del conte Alfonso Sanvitale che impone di non abbattere alcun edificio.
Della fine del secolo XVII e dell’inizio del XVIII è la pianta di Fontanellato inserita nella raccolta di disegni nota sotto il nome di Alessandro Spaccio (più che un disegnatore, un collezionista di rilievi planimetrici), conservata nella biblioteca Palatina di Parma (ms. parmense 3711), che mostra l’insediamento urbano svilupparsi a quadrato intorno al perimetro della Rocca.
Il castello infatti è il vero centro motore dell’urbanistica di Fontanellato, posto com’è nella posizione più elevata, con la corona di portici e di edifici che delimitano l’ampia piazza irregolare.