Sant'Antonio di Ranverso
Buttigliera Alta (TO)
Vai alle foto
Cartografia
Descrizione
Venne fondata nel 1188 dai canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne (Francia), con il compito di assistere i pellegrini che qui transitavano percorrendo la Via Franchigena o Romea, analogamente ai Cavalieri di Altopascio. E, come loro, anche gli Ospitalieri di Sant'Antonio o Antoniani erano detti Cavalieri del Tau, perchè sul mantello nero portavano una croce simile a quella dei Cavalieri di San Giacomo di Altopascio, ma di colore azzurro. Gli Antoniani avevano in Italia ben 120 ospedali, di cui 16 in Piemonte.
Erano specializzati nella cura del "fuoco sacro" detto anche "fuoco di Sant'Antonio": con questo nome si indicava una malattia della pelle che procura intensi bruciori - oggi nota come Herpes zoster - ma anche l'ergotismo, ovvero l'avvelenamento, un tempo comune, delle farine alimentari da parte della SEGALE CORNUTA, un particolare fungo dalle proprietà allucinogene. Una delle terapie consisteva nell'applicazione di grasso di maiale sulle parti malate, e per questo nell'iconografia di sant'Antonio a volte compare un maialino; tuttavia, in certi casi (proprio come nella statua lignea conservata a Ranverso), il suino è invece un cinghiale, e questo fatto è stato interpretato dagli studiosi come una reminiscenza di arcaici culti celtici (anche il Tau si potrebbe vedere come simbolo precristiano, affine all'ascia bipenne a due taglienti).
Nel 1777 gli Antoniani confluirono nell'Ordine dei Cavalieri di Malta, mentre i beni - compresa la precettoria di Ranverso - furono assegnati all'Ordine Mauriziano di Torino, il quale nel 1988 ha celebrato gli 800 anni del monumento.

Ancora oggi, nel piazzale accanto alla chiesa, un sottile pilastrino di granito - eretto sulla cima di un masso erratico - mostra chiaramente l'antichissimo e arcano simbolo del "Tau": l'insieme, per la sua grafica, potrebbe anche richiamare l'idea della "spada nella roccia", un celebre emblema arturiano che vuole indicare la presenza di un luogo speciale.

Curiosa inoltre è l'asimmetria della facciata, evidente nella copertura a ghimberga con pinnacolo del portico centrale (spostato rispetto al rosone). Assai asimmetrico anche l'interno, con una strana deviazione di tutta la pianta della chiesa.