Il sodalizio massonico

Il famoso romanzo di Dumas dedicato a Cagliostro (il titolo originale è Joseph Balsamo e costituisce il primo libro del ciclo dumasiano dei Mémoire d'un médecin), ha inizio con la descrizione di un rito massonico: sul monte Tonnerre, in una notte illuminata da un suggestivo corteo di fiaccole, un affascinante viaggiatore, dopo aver raccontato le fantastiche gesta della propria vita e dopo aver superato straordinarie prove di coraggio e lealtà, si rivelerà ai seguaci di una loggia massonica come il capo supremo, il Grande Cofto.
Cagliostro, dunque, come traspare fin dal prologo del romanzo, rifiuta la religiosità istituzionale e sceglie un percorso alternativo, fatto di credenze mistiche, esoteriche ed ermetiche che, ispirandosi al bisogno generale di libertà e giustizia, erano confluite nelle più importanti logge massoniche d'Europa.
L'ideologia muratoria ebbe nel Settecento una travolgente e rapida propagazione, cone testimonia l'irrefrenabile incremento di ordini e riti ispirati ad antiche fonti sapienziali e ad accattivanti filosofie esoteriche. La fusione di gnosi e rito misterico, chiaramente percepibile fin dal procedimento iniziatico, aveva dato vita ad un insieme di verità di difficile codificazione, sopravvissute alla rovina e all'oblio delle grandi civiltà del passato che le avevano originate, raggiungibili solo da alcuni prescelti.
Per questo la tradizione massonica fu insignita di un'aureola salvifica in grado di appagare l'intimo bisogno degli accoliti che, in quanto eletti, svolgevano il delicato compito di sottrarre la conoscenza dei segreti allo scempio dei profani: l'adesione alla massoneria comportava l'apprendimento di cognizioni di carattere teurgico-cabalistico che consentivano di sviluppare una certa padronanza dell'occulto.
Tuttavia, a chi osservava questo modello associativo senza però farne parte, sembrava predominante il senso di solidarietà e l'appoggio che gli affiliati erano soliti scambiarsi nei momenti di difficoltà, piuttosto che la conservazione e la trasmissione ai nuovi fratelli dei sacri misteri. Basandosi, dunque, su ferree regole di riservatezza suggellate da un inviolabile giuramento, la massoneria sviluppò una struttura settaria, caratterizzata da un'appartenenza fraterna, in grado di superare qualunque dissenso: commercianti, banchieri, uomini di cultura e d'affari riconobbero nell'associazionismo muratorio la via più rapida ed efficace per raggiungere le vette della scala sociale.
A Londra (1776), Cagliostro aveva aderito alla loggia "La Speranza", ottenendo prestigio e notorietà: strinse solide amicizie con gli stranieri e i borghesi che il fascinoso mondo massonico aveva attratto, venendo a contatto con le idee di tolleranza religiosa e di libertà intellettuale propugnate dalla massoneria inglese e con i segreti dei cavalieri templari, custoditi dalla massoneria degli "alti gradi". Prendendo spunto da un antico manoscritto inglese, diede inizio alla massoneria di rito egiziano, basata su pratiche rituali che avevano come scopo la rigenerazione del corpo e dell'anima. Della loggia potevano fare parte tutti gli iscritti alla massoneria ordinaria, sia uomini che donne: Cagliostro, il Grande Cofto, era a capo della loggia, mentre Lorenza, divenuta la contessa Serafina, reggeva le assemblee femminili con il titolo di "Regina di Saba".
Il successo riscosso fu enorme: Cagliostro, che nel fraternizzare massonico aveva visto un canale di promozione e legittimazione sociale con il quale non interferivano la provenienza territoriale, l'ideologia politica o le attività connesse al ceto, aveva saputo tingere di mistero gli avvenimenti riguardanti la sua vita, costruendosi un passato fatto di epoche remote, avventurosi viaggi al limite dei territori conosciuti, ricerche ed esperimenti basati sulla cabala ebraica, sulla negromanzia e sulla teurgia.
Nel 1784 ebbe l'occasione di partecipare al convegno dei Philalèthes, un'associazione massonica che, vantando tra i propri seguaci numerosi ricercatori esoterici, voleva indagare sulle origini della Libera Muratoria. Tuttavia, pretendendo umilianti atti di sottomissione al rito egiziano, egli costrinse i Philaièthes a non dare seguito all'invito: la credibilità del Grande Cofto cominciava a vacillare, i massoni che fino a quel momento avevano avuto in lui una fiducia incondizionata decisero di prendere le dovute distanze dal maestro che volle ugualmente celebrare la fondazione della loggia egiziana Isis con una solenne cerimonia cui presero parte nobili, ecclesiastici e militari.
Dell'evento si parlò a lungo, fino a quando l'affaire du collier non giunse ad oscurare la notorietà faticosamente guadagnata presso le raffinate e colte corti dell'epoca. Da quel momento la massoneria di Cagliostro venne interpretata come un qualcosa di privato, mancante di un valido spessore culturale, traducibile in una setta dedita a pratiche contro l'ordine divino e naturale che rivendicava la libertà di associazione e di parola.
La Chiesa dogmatica, quella che Cagliostro aveva forse inconsapevolmente contrastato, intervenne implacabilmente, facendo ricorso a tutti gli strumenti di persecuzione, primo fra tutti il Sant'Uffizio, di fronte al quale si cercò di sminuire fortemente proprio l'attività massonica al fine di sfuggire alle accuse di sedizione, magia, deismo ed eresia.
Se la difesa di Cagliostro fosse stata condotta cercando di avvalorare idee e dottrine, probabilmente non sarebbe giunta fino a noi la tradizione che lo vuole ciarlatano e mallevadore.