Si trova sulla sommità rotondeggiante del monte omonimo a quota 1633 m. pressoché sul ciglio orientale dell'Altopiano dei Sette Comuni. Nel territorio comunale di Enego in località Monte Lisser.
I lavori furono eseguiti tra il 1911 e il 1912.
Armamento principale:
Quattro cannoni da 149 A in cupole girevoli corazzate dallo spessore di 180 mm.
Armamento secondario:
Quattro cannoni da 149 G e quattro da 75 A, quattro mitragliatrici in postazioni blindate e altre due sui fianchi.
Cenni storici:
Opera facente parte dello Sbarramento Brenta-Cismon. All'inizio del conflitto, fu disarmato, visto che l'avanzata in Valsugana aveva portato distante la linea del fronte. Durante la Strafexpedition, l’8 giugno alle ore 12.20 venne centrate tre cupole da alcuni colpi dei 305 e si innalzano grandi fumate nere, gli austro-ungarici arrivarono vicino al forte ma era inutilizzabile. Nel novembre del 1917 dopo i fatti relativi allo sfondamento dell'Isonzo, cadde senza colpo ferire in mano degli austro-ungarici.
Notizie sull'opera:
Aveva il compito, assieme ai forti di Cima Campo e Cima di Lan, di sbarrare le provenienze dalla Valsugana. Il forte constava di una postazione a due piani per tiri a lunga gittata, di una postazione rialzata e protesa in avanti per dieci mitragliatrici, di una polveriera separata dal complesso centrale, di un osservatorio e di una batteria per la difesa vicina. Sul fianco destro del forte, al livello del suolo, si trovava la centrale elettrica con relativo generatore, il cui zoccolo è ancora visibile. Entrando attraverso l’ingresso opposto al portone si arriva al sotterraneo e a sinistra si giunge ai rifugi.
Nella parte di sotterraneo del fianco sinistro si nota lo zoccolo dove poggiava il montacarichi per le munizioni e proseguendo lungo il corridoio si arriva al citato settore delle mitragliatrici. Una scaletta porta al sistema di protezione del fossato di gola sinistro dove si può osservare una postierla coperta da una volta ( qui vi erano due posti di servizio per il montacarichi ).
Dalla base del montacarichi parte un passaggio lungo circa 30 metri ( si possono riconoscere dove correvano le rotaie dei carrelli portamunizioni ) che porta, dopo una svolta a destra, alla polveriera, vero fiore all’occhiello dell’edilizia italiana. Una piattaforma girevole nell’angolo convogliava i carrelli nella giusta direzione.
Il fossato di gola è oggi ostruito da detriti e non esiste più il ponte che lo attraversava.
Vie d'accesso all'opera:
Provenendo da Enego verso Asiago, si giunge al bivio Dori e si piega a destra su di una ampia strada a fondo naturale con direzione Marcesina. Arrivati al Rifugio alpino Tombal si prende a sinistra una strada ghiaiosa fino ad un piccolo gruppo di case. La strada si dirama e si prende la prima, che dopo 2,5 Km circa porta dapprima alle caserme e poi al forte stesso.
Scheda tratta da: http://www.fortificazioni.net/.
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