Forte Punta Corbin
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Sorge su di uno sperone che si protende dal nodo del Cengio sulla stretta di Barcarola, dominando la confluenza dell'Assa nell'Astico a quota 1077 m. Nel territorio comunale di Arsiero in località Punta Corbin.

I lavori iniziarono nel 1906 e terminarono nel 1911.

Armamento principale:
Sei cannoni da 149 A in cupole d'acciaio girevoli dello spessore di 180 mm.

Armamento secondario:
Quattro vecchi pezzi in bronzo da 87 B su affusto rigido.

Cenni storici:
Il forte di Punta Corbin appartiene allo Sbarramento Agno-Assa, III settore - Asiago. Questo settore al momento dello scoppio delle ostilità è presidiato dal XCI btg. della Milizia Territoriale e dalla 2a, 20a, 23a e 35a Compagnia Presidiaria. Per quanto riguarda le truppe di stanza nelle fortificazioni del settore, queste erano costituite dalla 11a e 16a comp. Esercito Permanente del 2° Artiglieria da Fortezza, dalla 65a e 66a comp. Milizia Mobile del 3° Fortezza, dalla 17a Milizia Mobile del 6° Fortezza, dalla 41a, 42a e 43a comp. Milizia Territoriale del 8° Fortezza ed infine dalla 10a, 11a e 12a comp. Esercito Permanente del 9° Fortezza.

Visto il periodo della messa in opera, fu considerato come il modello " tipico " della fortezza italiana di alta montagna. Assieme al sottostante forte Ratti doveva bloccare la valle dell’Astico. Malgrado tutto, il forte fu disarmato poco dopo l'inizio del conflitto e i pezzi furono sostituiti da tronchi d'albero.

La giustificazione era che l'opera era distante dalle prime linee e dalla carenza di pezzi di artiglieria all'inizio della guerra.

Il 15 maggio, l'obice austriaco da 38 cm M16 denominato "Barbara", posizionato a Costalta ad una distanza di 13.250 m tirò contro il Corbin 57 colpi ed altri nei giorni successivi.

Il forte Corbin cadde in mano austro-ungarica ( truppe della 28a Divisione comandate dal Col. Kliemann, e più precisamente dal 24° Reggimento Feldjager in collaborazione con parte del 47°, mantenendo il X/59° come riserva ) sul finir del maggio 1916.

Ma già il giorno successivo giunge alle truppe italiane l’ordine di riprendere Punta Corbin, ed alle 6.30 la 12a Compagnia del I° Reggimento Granatieri si mette in movimento e 30 minuti dopo viene mandata in un suo aiuto anche la 10a compagnia.

L’attacco scatta alle 8.15 con l’impiego complessivamente, di cinque compagnie e porta un iniziale successo, che tuttavia si rivela di breve durata in quanto alle ore 12 altre truppe nemiche entrano nella mischia causando la decisiva caduta della posizione.

Ritornò comunque, in possesso degli italiani il 25 giugno successivo, quando gli austro-ungarici abbandonarono il nodo del Cengio. Restando in posizione alquanto precaria, vennero eseguiti dei lavori di rafforzamento all’interno dell’opera onde renderne utilizzabile almeno una parte. Dopo la guerra fu ancora per qualche anno alloggio di reparti militari in addestramento. Successivamente venne posto sotto la sorveglianza della Forestale ed proprio in quel periodo iniziarono le espogliazioni da parte dei " Recuperanti ".

Ora è proprietà privata, ma è possibile la visita durante tutta la stagione estiva. Nell'ex edificio comando funziona un posto di ristoro - ristorante molto simpatico con una buona gestione.

Notizie sull'opera:
Trattasi di una delle opere che colpisce di più per l'arditezza della posizione. La sua copertura aveva uno spessore di 250 mm. Il suo compito, era di sbarrare la Val d'Astico in cooperazione col sottostante Forte Casa Ratti e fungeva anche da sostegno alle opere di Campolongo e Verena. Oltre al fossato di gola, l’opera era circondata da una cancellata metallica. Come già detto, venne disarmato. L'inganno ebbe " successo ", visto che gli austriaci bersagliarono, il 15 maggio, l'opera con il mortaio " Barbara " da 38 cm. ( posizionato a quota 1395 m. in Zona Dorsali di Costalta, distante km. 13.250 ) e lo colpirono 57 volte arrecando notevoli danni alle strutture.

In posizione sottostante al forte, si trovano le caserme alloggio della guarnigione. Dista circa Km. 6.000 dal forte Campolongo.

Vie d'accesso all'opera:
Dall'abitato di Treschè Conca, ci si porta dapprima alla chiesa e poi lungo una strada, dapprima asfaltata e poi a fondo naturale, si supera la Malga Ronchetta e al bivio si resta sulla destra fino a che la strada si porta sul ciglio dell'altopiano e dopo una serie di curve porta al piazzale del forte (5 Km circa ). All’interno della caserma nel piazzale d’ingresso, è situato un piccolo museo.

Scheda tratta da: http://www.fortificazioni.net/.