Si trova tra l'Altopiano di Tonezza e quello dei Fiorentini, a quota 1853 m. nella sommità quindi del monte omonimo. Nel territorio comunale di Tonezza del Cimone in località Monte Campomolon.
Inizio dei lavori nel 1912, ma rimase incompiuto allo scoppio del conflitto.
Armamento principale:
Quattro cannoni da 149 A in cupole girevoli blindate tipo Armstrong da 180 mm. ( non furono però installati in tempo nell'opera ).
Armamento secondario:
Quattro pezzi da 149 G furono collocati sul Campomolon in appoggio alle azioni offensive d'estate e d'autunno; quattro obici da 280 mm. ( lungo il tratto finale della strada d'accesso da Forcella Molon ), due obici da 280 mm. ( sul Cimoncello di Toraro ), altri quattro pezzi da 75 A ( a Forcella Valbona ).
Cenni storici:
Il forte poteva dirsi pressoché completato già nell'estate del 1914, almeno per quel che riguarda la parte muraria, mancandogli soltanto la collocazione delle torri corazzate (ordinate alla Germania, lo scoppio della guerra, e l'iniziale neutralità dell'Italia, fece si che non arrivassero mai ). I cannoni, invece, erano già pronti nei magazzini militari di Verona. Questa situazione, fece si che l'Italia tentò di rimediare, trainando nella zona altri pezzi e usando il forte come osservatorio e ricovero per truppe e munizioni. I suoi obici colpirono i forti Dosso del Sommo e Cherle. Durante la Strafexpedition fu colpito dal 420 mm. austriaco appostato a Malga Laghetto ( vennero in quell’occasione distrutti i vecchi obici da 280 mm. ), poi gli austro-ungarici arrivarono a ridosso del forte già nel giorno 15 di maggio quasi aggirandolo. Venne presa la decisione di far saltare l'opera. Dapprima si distrussero i pezzi con gelatina esplosiva e poi si mino l’opera. Il gravoso compito fu eseguito il 19 maggio 1916 dal sottotenente Paolo Ferrario, che restò ucciso dallo scoppio ( sulla facciata del forte, una lapide ricorda il fatto ).
Notizie sull'opera:
Nella progettazione e successivamente nella costruzione dell'opera, si dovette risolvere il grave problema di una arteria d'accesso. Si avviò quindi la costruzione della rotabile in partenza dalla Val di Riofreddo fino alla Forcella di Valbona (percorso che non corrisponde a quello segnalato in seguito). Malgrado l'opera fu costruita nel 1912, non vennero adottati criteri moderni ed attuali, ma più di tipo ottocentesco. Al suo interno una galleria tubolare (resta ancora un mistero lo scopo di questa galleria; poteva forse servire come ricovero per degli obici montati su rotaie che dopo lo sparo potevano essere nascosti). Anche quest’opera, come le altre, rivelerà immediatamente la sostanziale diversità con le opere austro-ungariche dal punto di vista architettonico e decorativo ( tese invece al compito fondamentale a loro assegnato ). Nell’estate del 1914 si doveva effettuare la copertura dell’opera, consistente in una gettata di cemento dello spessore di due metri, per poter resistere ai massimi calibri austriaci (l’esercito italiano non era ancora al corrente del nuovo mortaio Skoda da 305 mm). La parte superiore e a fior di terra e costituisce la sommità del monte omonimo. Dista circa Km. 3.000 dal forte Cherle.
Vie d'accesso all'opera:
Dall'abitato di Arsiero e di qui a Tonezza del Cimone donde si prosegue lungo la strada provinciale dei Fiorentini passando per le contrade Pettinà e Sella fino a raggiungere il Chiosco Alpino. La strada passa sul selvaggio versante nord del M. Spitz di Tonezza, contornandolo in direzione ovest fino a raggiungere il bivio Restele. Qui si prende la strada provinciale che, volgendo a sinistra, transita accanto al Rifugio Melegnon, sottopassa la Forcella degli Alpini e si affaccia sul ripido versante vicentino, intagliando sulla destra le scoscese pendici meridionali di M. Campomolon. Superato il Rifugio Rumor, si perviene in breve alla Forcella Valbona. Da qui a destra, la vecchia rotabile del forte, porta in circa mezz'ora a piedi all'opera.
Scheda tratta da: http://www.fortificazioni.net/.
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